Ancora attriti fra Matteo Renzi e i membri dell’Anm (Associazione nazionale magistrati). Motivo del gelo fra le due parti è il nuovo disegno di legge sulla riforma della Giustizia (presentato lo scorso 29 agosto a Palazzo Chigi dal premier e dal Guardasigilli Andrea Orlando), che non è piaciuto ai magistrati. Secondo l’Anm il nuovo testo proposto è deludente e inefficace, in quanto ispirato a “norme punitive, vecchie, appartenenti al passato”. A creare gelo fra Renzi e i magistrati è stata anche l’annunciata riduzione delle ferie per questi ultimi: ferie che scenderebbero dagli attuali 45 giorni a poco meno di 30. Otre a questa, la riforma prevede nuove norme sul falso in bilancio, sulla prescrizione e sulle responsabilità civili dei magistrati.
Le dichiarazioni dell’Anm. “Sarebbe un grave insulto non per l’intervento in se stesso ma per il metodo usato e per il significato che esso esprime, tenendo presente che esistono altre riforme ben più urgenti sono incerte o rimandate al disegno di legge o addirittura alla legge delega”. Dure anche le riflessioni riguardanti la prescrizione, tema caldo del testo di riforma. Secondo l’Anm, l’annunciata modifica si risolve nella “debole scelta di introdurre due nuove ipotesi di sospensione temporanea ed eventuale del suo decorso”, lasciando piuttosto intendere la presenza delle solite velate accuse rivolte ai magistrati di volersi sostituire al legislatore. Nessun intervento, infine, su delicate materie come l’etica e la bioetica.
La replica del premier Renzi. Dura la replica del premier durante il programma Rai Porta a porta: “L’Anm? Che paura. Andremo avanti lo stesso. Se un dottore sbaglia paga, se un giornalista sbaglia paga, perché un magistrato non deve pagare? Vi sembra normale che i magistrati vadano in ferie il primo di agosto e tornino a lavorare il 15 settembre? La responsabilità civile è un fatto di giustizia, lo facciamo. E il tema delle ferie è un fatto di giustizia”.
A nulla pare essere servito, infine, l’incontro fra il ministro della Giustizia Orlando e i vertici dell’Anm, per quanto Rodolfo Gabelli, a capo dell’associazione magistrati, abbia sottolineato che il dialogo con il governo rimane aperto. Per Gabelli, sono altre le priorità su cui lavorare, soprattutto riguardanti la normativa civile e penale gravemente inefficiente.
Intanto, dopo le polemiche riguardanti le nomine parlamentari di due dei giudici della Corte Costituzionale (rimaste bloccate da agosto) e dei consiglieri del Csm (Consiglio superiore della magistratura), il Parlamento dopo la riunione di ieri, ha proseguito oggi con le votazioni, giungendo all’elezione dei soli giudici della Corte costituzionale.Ancora nulla di fatto invece per il Csm di cui sono stati eletti per ora soltanto due membri laici: sarà necessario, dunque, votare anche domani.