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Riforma fiscale in Cdm
attesi nuovi interventi
su sanzioni e rateizzazioni

Un piano di 120 rate per le cartelle

Pene più leggere al vaglio del governo

di Beatrice D'Ascenzi11 Marzo 2024
11 Marzo 2024

Palazzo Chigi | DellaGherardesca, CC BY 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/4.0>, via Wikimedia Commons

ROMA –  Sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma lunedì 11 marzo alle 16 approda anche il riordino del sistema nazionale di riscossione. Il provvedimento, in esame preliminare, è stato infatti aggiunto con un’integrazione all’ordine del giorno della riunione.  Sul sito del governo si legge infatti che è previsto l’esame preliminare dello “Schema di decreto legislativo: Disposizioni in materia di riordino del sistema nazionale della riscossione”. Il decreto punta ad intervenire soprattutto in materia di riscossione. 

Su questo tema infatti verte il più importante cambio di rotta. L’idea è quella di restituire all’ente impositore il carico fiscale dopo cinque anni in caso non si riesca a riscuotere. Il fine è non alimentare la crescita di carichi senza sbocchi. Una novità da inquadrare nella cornice della legge numero 111 del 2023. 

Ma un altro obiettivo è anche quello di una rateizzazione delle cartelle con un piano di 120 rate. Anche con le regole attuali è possibile richiedere un piano di 120 rate, ma solo in via straordinaria. Il governo con questa possibilità intende intervenire attraverso una graduale estensione dei pagamenti. Gli appuntamenti per versare le somme dovute arrivano al momento a un massimo di 72 e solo in casi particolari è possibile un’ulteriore dilazione.

Il decreto attuativo prevede poi novità rilevanti dal punto di vista sanzionatorio. Possibile, infatti, l’introduzione di nuove sanzioni. Tra queste spiccano una maggior convenienza del ravvedimento; una diversa declinazione del principio del ne bis in idem quando ci sono anche profili penali e alleggerimenti sulle sanzioni in materia di imposte sui redditi, ritenute, dichiarazioni Iva e rimborsi. In alcuni casi, come quello delle aggravanti in materia di false fatture sul reverse charge – ossia, un particolare metodo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto in cui il pagamento dell’IVA viene spostato da chi emette la fattura a chi la ricevesono previsti anche inasprimenti importanti. 

 

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