ROMA – La riduzione da quattro a tre scaglioni di aliquote sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e la semplificazione delle attuali 626 voci sulle agevolazioni fiscali. Sono due tra le novità più importanti previste dalla riforma del fisco, che arriverà in Consiglio dei ministri a metà marzo, come annunciato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo. Altro punto chiave riguarda l’imposta sui redditi delle società (Ires), insieme alla “Global minimum tax” sulle multinazionali da oltre 750 milioni di dollari di fatturato. Quest’ultima prevede che il Paese d’origine della società o quello che ne ospita un ramo possa aggiungere un carico fiscale se l’onere resta sotto al 15%.
Una nuova Ires a favore di imprese e ceto medio
L’idea di una nuova Ires, pensata da Leo, estende questo principio anche alle imprese più piccole e del “Made in Italy”. L’aliquota di base resta in sostanza al 24%, ma può ridursi potenzialmente fino al 15% se l’impresa coinvolta impiega gli utili in investimenti innovativi nel biennio successivo. L’aliquota potrebbe scendere anche investendo gli utili per assumere i disoccupati ai margini del mercato del lavoro, come ad esempio persone che percepiscono il reddito di cittadinanza, donne o ultracinquantenni. Si tratta di misure atte a ridurre l’evasione fiscale, che in Italia oggi è stimata tra i 75 e i 100 miliardi, e favorire l’inclusione di ceto medio e famiglie. Previsto infine un tetto alle detrazioni in rapporto al 730. La riforma garantirà sconti più alti a chi guadagna di meno.
Oggi riunione tra Giorgetti e il suo team
Il 7 marzo è fissata la riunione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con la sua squadra al dicastero di via XX settembre, a Roma. Entusiasta il senatore di Forza Italia, Dario Damiani, capogruppo in commissione bilancio, secondo cui la riforma è “un’ottima notizia per le famiglie, visto che consentirà un risparmio massimo di circa mille euro all’anno, e per il ceto medio, in quanto semplifica e razionalizza il prelievo fiscale con benefici evidenti”.