Matteo Renzi interviene all’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore di polizia a Roma, rinnova l’intenzione di riordinare i corpi di polizia. «Siamo tutti d’accordo – ha detto alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine e del ministro dell’Interno Angelino Alfano – per una sempre migliore integrazione tra le forze di polizia ed è difficile che dopo la riforma della Pubblica amministrazione siano ancora cinque».
Il ddl Madia ha messo nero su bianco «la razionalizzazione delle funzioni di polizia al fine di evitare sovrapposizioni di competenze e di favorire la gestione associata dei servizi strumentali», ha spiegato Renzi, prevedendo la riorganizzazione delle funzioni del Corpo forestale «e un eventuale assorbimento delle medesime in quelle delle altre Forze di polizia, ferma restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente e del territorio e la salvaguardia delle professionalità esistenti». Rimarranno così come sono invece le polizie provinciali per la cui riorganizzazione era stato preventivato un costo troppo alto.
Il provvedimento ha già fatto i primi passi avanti in Parlamento, con la sua approvazione in commissione Affari Costituzionali, insieme ad alcuni altri punti caldi (dalla delega a rendere effettivi i poteri del premier, all’alleggerimento degli oneri burocratici nelle attività per prevenire la corruzione). Il tema “accorpamenti” era già stato proposto da Carlo Cottarelli, il “Mr. spending review” voluto da Enrico Letta e rispedito senza troppi fronzoli al suo lavoro di dirigente del Fondo monetario internazionale a New York, a causa di divergenze di vedute con il premier. Il suo posto è stato preso recentemente dai due fedelissimi consiglieri economici di Renzi, Yoram Gutgeld e Roberto Perotti, e proprio a loro è forse dovuta l’accelerazione in Commissione.
Soddisfatto il sindacato autonomo di polizia: «Bisogna puntare – sostiene il segretario Gianni Tonelli – all’unificazione delle forze dell’ordine partendo proprio dall’unificazione degli apparati logistici e centrali, che oggi assorbono il 60% delle risorse».
Critico invece il leghista Roberto Maroni, ex-ministro dell’Interno e oggi presidente della Regione Lombardia, che sostiene come quella del governo non sia una buona idea, perché polizia e corpo forestale «hanno una loro storia, un senso di appartenenza peculiare, un’identità, una tradizione, e forzare una “fusione a freddo” finirebbe solo a demotivare chi ne fa parte». Contrario anche Maurizio Gasparri (Fi), che se la prende con Renzi: «La sua idea – attacca – non è razionalizzare ma tagliare, come dimostra la chiusura di presidi di sicurezza, il blocco del turnover e risorse ormai ridotte al lumicino».
Federico Capurso