Il governo è pronto per il taglio al cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti grazie ai tre miliardi stanziati con l’ultima manovra. Oggi a Palazzo Chigi è previsto un incontro tra l’esecutivo e i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil. Il premier Giuseppe Conte ha adottato una strategia di mediazione distensiva, assicurando che ci sarà sempre “disponibilità al dialogo”, con il tentativo di evitare scontri.
Infatti i sindacati, se oggi non otterranno risultati e risposte, sono già pronti a scioperi e manifestazioni. Hanno alzato i toni sia la segretaria della Cisl Annamaria Furlan, sia il leader Cgil Maurizio Landini, che considerano il taglio delle tasse in busta paga solo un primo passo, al quale dovrà inevitabilmente seguire una riforma complessiva dell’Irpef. La Cgil chiede una “lotta senza quartiere all’evasione” e Cisl, un abbassamento delle imposte “al 90% che supporta l’erario, i lavoratori dipendenti e i pensionati”.
La proposta del governo per il momento riguarda solo i dipendenti dello stato che rappresentano comunque una bella fetta di popolazione: 14 milioni di lavoratori. Poi, sul piatto c’è l’allargamento della platea del bonus degli 80 euro introdotto dall’ex premier Matteo Renzi che, per i redditi fino a 20mila euro, aumenterà fino a 100 euro al mese. Per i redditi superiori si prevede invece una detrazione, in parallelo con la prossima riforma dell’Irpef.
L’obiettivo è alleviare il peso del fisco sui lavoratori e spalmare gradualmente gli aumenti in busta paga mese per mese. Potrebbero ottenere un bonus di 100 euro al mese coloro che hanno un reddito compreso tra 8.200 e 28mila euro, e 80 euro per quelli tra 28mila e 35mila. La detrazione sarebbe progressivamente più bassa fino ad azzerarsi per i redditi tra 35mila e 40mila euro.