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Ricordare il massacro di Srebrenica. Diciotto anni fa la strage, 8000 musulmani uccisi dagli uomini di Mladic

di Alessandro Filippelli11 Luglio 2013
11 Luglio 2013

Srebrenica, il più grande massacro avvenuto in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. “Mentre oggi ricordiamo le vittime, non dobbiamo dimenticare che domani dobbiamo continuare a cercare la verità e a combattare contro l’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani commesse”. Lo ha dichiarato il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muizniesk, durante una commemorazione a Srebrenica.
Più di 8.300 civili musulmani furono trucidati dalle truppe serbe del generale Ratko Mladic. Era l’11 luglio del 1995 quando le milizie cetniche, entrarono nella città bosniaca che pure era stata proclamata zona protetta dalle Nazioni Unite e attuarono una spietata pulizia etnica nei confronti della popolazione musulmana.
Il genocidio. Nel 1993 Srebrenica era stata infatti proclamata “safe haven”, zona demilitarizzata, e per questo durante il massacro si trovava sotto il controllo della Forza di protezione delle Nazioni Unite (Unprofor) presente con circa 600 caschi blu olandesi. Nonostante ciò, l’11 luglio 1995 l’esercito serbo-bosniaco conquistò la città dopo sei giorni di assedio e nelle successive 48 ore attuò la strage senza incontrare ostacoli. Mentre i Caschi Blu olandesi stavano a guardare, i serbi avevano separato tutti gli abitanti maschi della città dai 12 ai 77 anni e li portarono via, invece le donne, i bambini, i vecchi ed i malati furono espulsi dalla regione. Oltre 13.000 finirono ammassati in un campo per i rifugiati nelle vicinanze dell’aeroporto di Tuzla. Due generazioni per un totale di 10.000 uomini, tra i 12 e i 77 anni, furono uccisi dalle truppe serbe di Mladić. Divisi in gruppi di centinaia venivano trasportati a bordo dei camion nei centri vicini di Bratunac, Zvornik e Kravica, dove venivano massacrati e sepolti in fosse comuni in gran segreto. Quattro mesi dopo il terribile eccidio di Srebrenica finì il conflitto bosniaco.
I processi e le condanne. Nel 2004 il Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (Icty) definí il crimine di guerra commesso con l’eccidio sui musulmani come un atto di genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia (Cig) dell’Onu arrivò alla stessa conclusione nel 2007. Nel 2005 l’allora segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, definì il crimine come il più grave avvenuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Per il massacro di Srebrenica l’Icty ha finora condannato quattro ufficiali serbi a pene da 5 a 35 anni, ed altri sei ufficiali, compreso l’ex capo di stato maggiore dell’esercito di Belgrado, Momcilo Perisic, sono stati finora condannati in primo grado a pene che variano da 5 a 35 anni di reclusione, e due all’ergastolo. Per gli stessi fatti e altri crimini commessi dai serbi durante la guerra sono ancora imputati presso il Tribunale Ratko Mladic e Radovan Karadzic, leader politico dei serbo bosniaci durante il conflitto. Il generale Mladic è stato arrestato il 26 maggio 2010 dopo anni di latitanza.
Srebrenica oggi. Fino ad oggi circa 6.400 vittime sono state ritrovate tra i boschi e nei villaggi vicini. Uno sterminato cimitero musulmano e un maestoso monumento alla memoria, presso Srebrenica, inaugurato nel 2003, ne ha sepolti tantissimi mentre tanti altri corpi esumati aspettano ancora i risultati per essere ufficialmente identificati.
Lo scorso aprile il presidente serbo, Tomislav Nikolic, si è scusato per i crimini commessi a Srebrenica in nome della nazione serba, mettendosi in ginocchio in un video postato su YouTube. “Mi inginocchio e chiedo perdono a nome della Serbia per i delitti commessi a Srebrenica,” ha dichiarato Nikolic, che dopo poco il suo insediamento negò che ci fosse stato un massacro. Subentrando all’ex presidente Boris Tadic, nel giugno del 2012 Nikolic affermò infatti che a Srebrenica non era stato compiuto alcun genocidio.

Alessandro Filippelli

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