Era il 6 novembre 2007 e l’Italia perdeva Enzo Biagi, una delle figure più iconiche del nostro giornalismo. Una carriera intensa tra le direzioni di giornali e programmi televisivi, denunciando i tarli della politica nazionale.
Curò la nascita del telegiornale di Rai 2 e inventò “RT”, il primo rotocalco televisivo. Celebri alcune delle sue battaglie giornalistiche, come quando mandò le telecamere in piazza a Corleone, negli anni della guerra alla mafia o quando difese Enzo Tortora dall’accusa di camorra.
Decise di non rimanere soltanto una firma, entrando con il suo volto nelle case degli italiani, portandoci ogni sera un editoriale di cronaca, con “il Fatto”.
Tenne duro anche negli anni dell’editto bulgaro, quando per divergenze politiche con l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, venne esiliato dalla Rai, ma soprattutto dai suoi programmi.
“Avrei fatto il giornalista anche gratis, meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti”, diceva poche settimane prima di spegnersi nella clinica Capitanio di Milano, a 87 anni.