“L’Olocausto è il crimine più odioso contro l’umanità”. Lo ha dichiarato il presidente palestinese Abu Mazen a due giorni dall’accordo tra il movimento radicale Hamas e Fatah che aveva scatenato le critiche del popolo ebraico e del presidente israeliano Nethanyahu. Nel 2007 il movimento radicale guidato da Ismail Haniyeh aveva assunto il controllo della Striscia di Gaza chiudendo i rapporti con Fatah, il partito moderato di Abu Mazen. Nei giorni scorsi, invece, è arrivato l’annuncio che prevede la formazione entro cinque settimane di un governo palestinese di unità nazionale. Il messaggio di Abu Mazen al mondo ebraico però non ha convinto Nethanyahu che ha risposto: “Anziché tentare di compiacere la comunità internazionale, Abu Mazen farebbe meglio a rompere i rapporti con Hamas”.
Dura la reazione di Israele. Lo Statuto di Hamas propone la cancellazione dello Stato di Israele e la sua sostituzione con uno Stato islamico palestinese. Inoltre il partito di Ismail Haniyeh possiede a Gaza un arsenale dotato di armi sofisticate che preoccupano lo stato Ebraico. Israele, ha definito questo accordo come un’operazione terroristica. “L’intesa raggiunta a Gaza rivela l’unità dei veri obiettivi dei terroristi di Hamas e dei leader di Fatah: la distruzione dello Stato ebraico” ha dichiarato il viceministro israeliano degli Esteri, Zeev Elkin. Accuse forti anche dal premier ebraico Netanyahu che chiede chiarezza ad Abu Mazen, “l’accordo raggiunto con Hamas non è in contraddizione con i colloqui di pace con Israele, né con la soluzione dei due stati” ha dichiarato il presidente palestinese in risposta alle preoccupazioni israeliane.
“Intesa che può danneggiare gli sforzi per la pace”. Intanto anche Washington non nasconde la delusione e attraverso un comunicato del dipartimento di Stato ha fatto sapere che “questo sviluppo può danneggiare seriamente gli sforzi per la pace”. Un’intesa che ha colto tutti di sorpresa, resterà da vedere se Hamas sarà disposta ad accettare una soluzione che prevede una convivenza con un partito moderato.
Alberto Gentile