Usa la parola “responsabilità” il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per indicare l’elemento indispensabile alla soluzione del rebus post elettorale. Ieri, durante le celebrazioni al Quirinale per la festa della donna, il presidente ha collocato al centro l’interesse generale del Paese e dei suoi cittadini, che si persegue solo attraverso il senso di responsabilità al quale sono chiamate tutte le forze politiche.
L’appello non è caduto nel vuoto, e sembra aver trovato terreno fertile in questa fase post voto molto diversa rispetto ai toni e alla retorica da campagna elettorale. Segnali positivi infatti dal Movimento 5 Stelle: “Bene il richiamo del presidente della Repubblica. Noi questo senso di responsabilità lo portiamo avanti già dalla campagna elettorale. Vogliamo che inizi la terza repubblica dei cittadini e un governo di cambiamento. Diciamo no al caos e alla instabilità creato da una legge elettorale votata dai vecchi partiti e non dal M5S”, ha dichiarato il deputato Danilo Toninelli.
Dichiarazioni di apertura e responsabilità anche dal leader leghista Matteo Salvini: “Ha ragione il presidente Mattarella, gli interessi del Paese e degli italiani vengono prima di qualsiasi altro calcolo politico”, ha osservato, frenando altresì sull’ipotesi di un ritorno alle urne: “Una cosa alla volta. Sicuramente non si fanno pastrocchi”.
Un po’ meno possibilista invece il principale leader della minoranza Pd Andrea Orlando: “Quello che dice il capo dello Stato non può essere ignorato, ma io non vedo le condizioni politiche programmatiche, non dobbiamo dirgli di ‘no’ ma spiegargli perché questo percorso è di difficile percorribilità, io credo di impossibile percorribilità”.
Per capire meglio quali convergenze si potranno formare in Parlamento, un primo passaggio istituzionale fondamentale sarà l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Si inizierà il 23 marzo, con modalità diverse in base ai regolamenti delle due Camere. Anche qui, non essendoci una maggioranza monocolore in nessuno dei due emicicli, le intese trasversali saranno inevitabili. Va considerato tuttavia che il voto segreto potrebbe impedire l’emergere alla luce del sole di queste intese, rinviando alle consultazioni la definizione di un quadro più chiaro.