Alcuni stadi europei iniziano ad aprire i cancelli, ma sulle regole di entrata si va in ordine sparso. Oggi Shaktar-Roma si doveva disputare con 14.000 spettatori, ma dopo le proteste del sindaco di Kiev c’è stato un dietrofront: la partita si svolgerà a porte chiuse e i biglietti saranno rimborsati. In Ucraina gli stadi hanno riaperto da un mese, anche se con capienza ridotta.
In Russia nella partita di sabato tra Zenit e Akhmat c’erano circa 22.000 paganti e alcuni hanno ricevuto l’iniezione del vaccino Sputnik V prima del fischio d’inizio. La Federcalcio dei Paesi Bassi ha annunciato che le porte della Johan Cruijff Arena saranno aperte a 5.000 tifosi per la sfida contro la Lituania che si terrà il 27 marzo, ma per gli organizzatori devono essere rispettate precise misure di sicurezza: “Il test rapido deve essere negativo e l’app CoronaCheck servirà a verificare il risultato”.
Porte dello stadio spalancate anche a Siviglia in occasione della finale spagnola di Coppa del Re tra Atletico Bilbao e Real Sociedad del 3 aprile, ma l’ingresso sarà consentito al 20-25% del pubblico complessivo, anche se rimarrà vietato l’accesso all’impianto per i tifosi dei paesi baschi, la regione di entrambi i club finalisti.
Dopo la promessa di un ritorno alla normalità da parte del premier inglese Boris Johnson, si prevede un rientro in presenza per i tifosi nel Regno Unito a partire dal 17 maggio, in tempo per l’ultima giornata di Premier League: l’idea è far accedere al massimo 10.000 spettatori e utilizzare la partita di Carabao Cup del 25 aprile tra Manchester City e Tottenham come progetto pilota.
Rimarranno chiusi gli stadi francesi e tedeschi. Sulle quattro partite degli europei di calcio previste per giugno allo stadio Olimpico di Roma, il presidente della Figc Gabriele Gravina ha ribadito: “L’Uefa è stata molto chiara: non esiste l’opzione di giocare senza pubblico e lavoriamo per riaprire”.