ROMA – Il Museo archeologico di Castellammare di Stabia Libero d’Orsi riapre al pubblico a partire da domani, 6 marzo. Una splendida notizia per gli amanti della cultura, che potranno finalmente godere del rinnovato allestimento del museo campano, con un percorso ampliato, depositi visitabili e una scuola di formazione e digitalizzazione.
Tutte le novità da sapere
Le principali novità alla riapertura del museo sono l’aumento del numero di sale e l’arricchimento della collezione precedente con opere provenienti dalle antiche ville del territorio: saranno esposti oltre 500 reperti storici, tra dipinti murali, arredi marmorei e suppellettili in ceramica e bronzo. Inoltre, il percorso verrà integrato con tecnologie e apparati multimediali didattici e verranno valorizzati molto di più i depositi del complesso, che da semplici luoghi di conservazione diventano spazi di fruizione e ricerca aperti al pubblico. Infine, per la prima volta, gli allestimenti metteranno insieme gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano durante gli scavi di età borbonica e quelli scoperti da Libero D’Orsi a partire dal 1950.
Sangiuliano: “Museo che testimonia centralità della Campania nel mondo”
All’inaugurazione del nuovo percorso museale era presente il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Insieme a lui, il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e la direttrice del museo D’Orsi, Maria Rispoli. “La riapertura al pubblico del Museo Archeologico di Stabia è una notizia bellissima per la cultura”, ha sottolineato il ministro Sangiuliano. “Questo è un sito unico – ha aggiunto – che grazie al lavoro di tutti torna a splendere e ad offrire ai cittadini e agli appassionati un’offerta incredibile di testimonianze storiche di grandissimo rilievo”. ”Il nuovo Museo di Stabia – come ricorda lo stesso Sangiuliano – testimonia, ancora una volta, la centralità che la Campania ha per l’archeologia mondiale e la nostra scelta di continuare a investire su queste meravigliose ricchezze del patrimonio culturale della nazione”.