Via libera unanime dal Consiglio dei ministri al decreto che allenta le restrizioni anticovid. A partire dall’11 ottobre la capienza dei cinema e dei teatri tornerà al 100% in zona bianca, mentre sarà dimezzata al 50% in zona gialla. Cadrà anche l’obbligo del rispetto della distanza interpersonale di un metro tra spettatori. Anche le discoteche riapriranno con una capacità però limitata al 75% all’aperto e del 50% al chiuso. L’accesso a eventi e competizioni sportive sarà consentito esclusivamente a chi ha certificazione verde, e la capienza non potrà essere superiore al 75% di quella massima autorizzata all’aperto e al 60% al chiuso. Nel testo c’è anche una norma che consente possibili deroghe se la situazione epidemiologica dovesse migliorare, ma dovranno essere comunque rispettate le direttive del Comitato tecnico-scientifico. Sono state poi innalzate le multe in caso di mancata osservanza. In caso di doppia violazione, commessa in una giornata diversa, il locale sarà costretto a chiudere da uno a dieci giorni.
Il decreto sulle riaperture è frutto di una mediazione. È stato infatti approvato dopo diversi scontri nell’esecutivo. La richiesta di allentare le misure era arrivata dalla maggioranza, con il leader della Lega Matteo Salvini che aveva parlato di “una presa in giro” a proposito del limite al 35% inizialmente stabilito per le discoteche al chiuso. Il ministro della Cultura Dario Franceschini aveva invece fatto pressing per la piena capienza di cinema e teatri.
Il premier Mario Draghi ha espresso “piena soddisfazione per la mediazione ottenuta”, mentre il ministro Mariastella Gelmini ha parlato di “successo di tutto il centrodestra”. Anche la Lega, con l’europarlamentare Sussanna Ceccardi, si è detta “soddisfatta della battaglia vinta contro il limite del 35%”, mentre il numero uno dei Cinquestelle Giuseppe Conte ha definito il “green pass come il vero strumento della ripartenza”. Gli occhi rimangono puntati sulle associazioni del mondo delle discoteche che nei giorni scorsi avevano parlato del “rischio di avere più costi che incassi con limiti troppo stringenti”.