La ripartenza del Paese passa dal nodo fatidico della ripresa delle scuole. “L’impegno che ci eravamo presi era di ripartire con i docenti al loro posto e questo, per la prima volta, sarà realizzato” ribadisce il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in commissione Istruzione alla Camera. La sicurezza sarà cruciale in questo avvio dell’anno scolastico e, in questo senso, sono molte le iniziative prese, assicura Bianchi. A partire dagli investimenti “cinque miliardi sulla digitalizzazione e 2 miliardi sulla riapertura”. La scuola, sottolinea il ministro, “ha reagito più di ogni altro settore alle vaccinazioni”, con oltre il 92 per cento del personale che ha terminato il ciclo.
Per quanto riguarda l’uso della mascherina nelle aule dove tutti sono vaccinati, Bianchi ha assicurato che verranno realizzate delle linee guida sulla questione e che i presidi “non saranno lasciati soli”. Resta aperta la questione trasporti locali, settore su cui l’apertura delle scuole necessariamente avrà un peso notevole e su cui si gioca una importante partita per la riprese in sicurezza di tutte le attività. Il ministro delle Infrastrutture Giovannini ha presentato in giornata, anche a tal proposito, un piano per la riforma radicale del Traporto pubblico locale.
In una piccola fetta di Paese tuttavia le scuole sono già cominciate. Si tratta della provincia autonoma di Bolzano, una delle zone con minor copertura vaccinale d’Italia, dove l’obbligo del green pass per il personale scolastico non è stato accettato da tutti. Sono venti gli insegnanti che hanno rassegnato le dimissioni e sessanta quelli che ieri non sono potuti entrare negli edifici scolastici perché sprovvisti del certificato vaccinale. Proteste anche a Merano, una roccaforte no-vax, dove una scuola elementare è rimasta chiusa.
