Manca poco al 3 giugno, alla riunificazione dell’Italia dopo oltre due mesi di lockdown e limitazioni agli spostamenti causa Coronavirus. Quel giorno, stando all’ultimo Dpcm, sarà nuovamente possibile muoversi tra regioni diverse. La data è attesa con entusiasmo dai cittadini, finalmente liberi di ricongiungersi con amici e parenti, ma con apprensione dagli scienziati, timorosi di un possibile maxi contagio.
Secondo Il Corriere della Sera gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno parlato di “folle corsa verso la normalità”. In particolare desta preoccupazione la situazione della Lombardia, la regione nettamente più colpita dal Coronavirus e che ancora presenta numeri superiori rispetto al resto del Paese (22 decessi e 159 contagi ieri). Gli scienziati sono perplessi sulla riapertura dei confini lombardi, paventando la possibilità che le persone positive lì presenti possano estendere il virus alle altre regioni. Un giudizio tecnico, con annesse raccomandazioni sanitarie, sarà consegnato al premier Giuseppe Conte nelle prossime ore.
Il governo sta riflettendo sulla strategia da intraprendere. Il ministro alla Salute Roberto Speranza prende tempo: “Attendiamo i dati del 30 maggio per riunire le Regioni e valutare”. Per lui è vietato abbassare la guardia: “Siamo preoccupati dall’ipotesi di una seconda ondata e il paese deve farsi trovare pronto nella sua interezza”. Tuttavia, nonostante i dubbi, sembrerebbe che l’esecutivo guidato da Conte voglia fare riaprire tutti il 3 giugno, Lombardia inclusa. Anche per evitare le fughe in avanti di qualche governatore o un nuovo scontro tra Regioni e governo centrale.
Intanto il sindaco di Milano Giuseppe Sala pressa l’esecutivo e chiede polemicamente di non essere informato della decisione finale “il giorno prima”. Il primo cittadino chiede a ministri competenti e scienziati del Cts di informare e rendere partecipi anche i lombardi della discussione in atto sulle riaperture. E attacca: “Non andrò in vacanza nelle regioni che chiedono la patente di immunità per i lombardi”. Il riferimento è alla Sardegna e alla Sicilia, non citate.
Il governo non vuole fomentare lo scontro politico con la Lombardia, desiderosa di riaprire i suoi confini e rilanciare le sue attività produttive, e con un’agguerrita Confindustria. In tal senso va visto l’incontro di ieri tra il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia e il governatore lombardo Attilio Fontana, con al centro ovviamente la Fase 2, e da entrambi giudicato “utile e positivo”.