Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna. E ancora Toscana, Marche, Lazio, Campania e Sardegna. Da ogni regione d’Italia è partita la protesta che ieri mattina ha unito a Roma, in Piazza del Popolo, 60 mila piccoli e medi imprenditori esasperati dalla crisi che ha travolto e piegato il settore cardine dell’economia italiana. Tante persone provenienti da tutta Italia unite da uno scopo: ‹‹dare voce all’impresa perché è la spina dorsale dell’Italia››.
‹‹Le imprese stanno chiudendo tutti i giorni, dalla manifatturiera al tessile all’artigianato vero che sta scomparendo. C’è una problematica forte. Vedo gente che sta soffrendo veramente tanto››, ci ha raccontato la referente di Confartigianato per le imprese dei Castelli Romani. A lei non interessa parlare di politica, le interessa parlare di lavoro e di occupazione, perché ‹‹sono queste le cose essenziali››. L’addolora non poter più dare lavoro alle persone, ‹‹dover mandare via padri di famiglia, persone che hanno una certa età e non hanno neanche la possibilità di reinserirsi nel mondo del lavoro››.
È bastato girare per la piazza per renderci conto che la sua sofferenza era condivisa dal resto dei manifestanti. La gente è stanca di pagare il prezzo della crisi, a volte persino con la vita. Vuole dei cambiamenti. ‹‹Siamo stanchi di fare i muli››, ci ha detto un imprenditore di Confesercenti Venezia. Dalla CNA di Parma, invece, è arrivato l’appello al governo perché ci sia ‹‹una presa di posizione chiara e un aiuto chiaro››, e vengano eliminate ‹‹quelle burocrazie estreme che non hanno senso››.
Stesso appello è stato lanciato da Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, che ci ha spiegato che ‹‹la crisi non ha risparmiato nessuno››, che le aziende venete stanno facendo del loro meglio per recuperare, ma che se manca ‹‹un via libera anche da parte di chi ci governa›› è impossibile farcela.
‹‹Chiediamo le stesse cose e non sono mai state fatte – ha detto Zanon – una burocrazia più lenta, un credito possibile, un fisco equo, e quarta cosa le regole››.
‹‹Noi dobbiamo ascoltare questo popolo››, ha dichiarato l’ex viceministro dell’Economia Stefano Fassina, anche lui presente in piazza. ‹‹Chiedo al presidente incaricato Matteo Renzi di incontrare al più presto le rappresentanze di artigiani e di commercianti – ha aggiunto – perché soltanto insieme a loro noi possiamo fare quelle riforme di cui il Paese ha bisogno››.
Alessandra Aurilia