HomeCronaca “Resterò e nessuno dubiti della mia onestà”: il ministro Josefa Idem si difende dalle accuse di irregolarità fiscali

“Resterò e nessuno dubiti della mia onestà”: il ministro Josefa Idem si difende dalle accuse di irregolarità fiscali

di Giulia Di Stefano21 Giugno 2013
21 Giugno 2013

Una sola famiglia, due prime case a distanza di pochi isolati, una casa-palestra diventata associazione sportiva dilettantistica senza le carte in regola: il ministro delle Pari opportunità eletta nelle file del Pd, Josefa Idem, ex campionessa olimpica di canoa, stavolta rema in acque agitate. Le accuse sono di aver evaso l’Ici sulla seconda casa tra 2008 e 2011 e di aver convertito una delle abitazioni in palestra aperta al pubblico senza le necessarie autorizzazioni. In un’intervista pubblicata oggi suLa Repubblica,la Idemperò si difende e annuncia che non lascerà l’incarico.
Due cuori e due capanne. Ravenna, frazione di Santerno: Josefa Idem dichiara di abitare nella casa di via Carraia Bezzi mentre, a pochi metri di distanza, in via Argine Destro Lamone, sono residenti il marito e i figli. Una doppia residenza, dunque, che ha consentito all’olimpionica di considerare prima casa due immobili e di non pagare per 4 anni la tassa prevista sulle seconde case. Ma nel febbraio scorso, ufficializzata la sua candidatura col Partito Democratico,la Idem sposta la residenza nell’abitazione del marito e, come risulta dai documenti presentati al Comune, un paio di settimane fa salda i conti con l’Imu per l’edificio di via Bezzi. Ma l’impasse non finisce qui: ad aggravare la situazione, la palestra “Jajo gym” con sede, dal 2007, proprio in quei locali in cui il ministro dichiarava di abitare. In via Bezzi, accatastata come abitazione privata, c’è in realtà una vera e propria palestra aperta al pubblico, con tanto di pagina Facebook.
E secondo accertamenti disposti dal Comune di Ravenna, la struttura presenterebbe anche alcune irregolarità edilizie, nonostante un recente restauro avvenuto, tra l’altro, in assenza della Segnalazione certificata di inizio attività.
Josefa non si arrende. “Se in gara ti trovi davanti a un ostacolo lo affronti, non fuggi. Io non fuggo”. Lo spirito dell’agonista anche nell’incarico politico, e la consapevolezza di aver sempre condotto una vita “lontanissima dal lusso” e di essere come un “lenzuolo pulito” che qualcuno ha la tentazione di “sporcare”: così Josefa Idem risponde alle domande della giornalista Concita De Gregorio sulle colonne deLa Repubblica. Il ministro dice poi di aver parlato a lungo, ieri, con il premier Enrico Letta, il quale le ha rinnovato la sua fiducia e non le ha chiesto di rinunciare al mandato. “Passavo tre settimane al mese in canoa – prosegue – e delegavo a tecnici le mie faccende. L’errore è stato affidarmi a persone che non hanno fatto il mio interesse”. Per quanto riguarda la questione della casa-palestra,la Idem ammette che la struttura, nata come sala attrezzata per i suoi allenamenti privati, dal 2007 veniva amministrata dal marito come associazione sportiva, per non lasciarla inutilizzata durante le sue assenze. “La denuncia di irregolarità – si difende – è emersa in consiglio comunale solo dopo che sono diventata ministro. Lo capisco, è una battaglia e si usa ogni mezzo. Ma se mi fossi resa conto prima che qualcosa non andava sarei intervenuta prima”. Dopo Movimento 5 Stelle e Lega Nord, anche Fratelli d’Italia e parte del Pdl, intanto, chiedono le sue dimissioni, proponendo una mozione di sfiducia. Per l’olimpionica di origini tedesche sbarcata a Largo Chigi, insomma, è tempo di rimboccarsi le maniche e pagaiare controcorrente.
Giulia Di Stefano

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