Il caso della cosiddetta “Strage di Pasquetta”, in cui persero la vita dodici migranti alle coste di Malta, arriva ai piani alti delle Nazioni Unite. L’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr-Acnur) e l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) si dicono “profondamente preoccupati per le notizie secondo cui alcuni Stati avrebbero ignorato o ritardato le risposte alle richieste di soccorso”.
Tutto è nato da un’inchiesta esclusiva, pubblicata contemporaneamente dai quotidiani The Guardian e Avvenire, che inchioderebbe Malta alle sue responsabilità su un respingimento avvenuto nelle sue acque territoriali. I fatti risalgono al 12 aprile scorso. Il video diffuso dalle due testate mostra una motovedetta militare di Malta che prova a ostacolare un gruppo di migranti che a nuoto tenta di raggiungere le coste dell’isola.
Nel filmato le coste maltesi sono riconoscibili alle spalle della motovedetta militare.
Secondo i calcoli fatti dalle testate giornalistiche, i profughi si trovavano quindi a non più di sei miglia dalla costa e quindi in acque territoriali maltesi. I migranti erano a quel punto sotto la responsabilità di Malta e non potevano essere allontanati, ha scritto Avvenire. Dalle testimonianze e dalle immagini si vede come i profughi siano stati respinti con manovre rischiose di un pattugliatore maltese, che poi avrebbe rimesso in moto il gommone dotandolo di carburante e di un nuovo motore. Obblighi per le autorità “non possono essere sostituiti dall’offerta di carburante e di aiuti – si legge ancora nella nota da Ginevra -. Gli Stati devono fare ogni sforzo per soccorrere prontamente le persone in difficoltà, poiché anche un ritardo di pochi minuti potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte”.
Adesso gli inquirenti siciliani stanno cercando di ricostruire l’accaduto. Il primo passo sarà sentire il racconto dei sopravvissuti: 51 migranti tuttora detenuti nella prigione libica di Tariq al Sikka, sottoposti a privazioni e abusi. Secondo Unhcr e Oim sarebbe connesso alla strage anche il dirottamento di un altro barcone, avvenuto poche ore prima, con a bordo 101 persone dirette verso l’Italia.
Mentre la vicenda acquista contorni più nitidi e interessa le Nazioni Unite, si registra anche qualche reazione politica. Il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola ai microfoni di Radio 24 ha detto che “quella di Malta è un’azione non coordinata con i partner”. La Valletta dunque avrebbe agito senza avvertire le autorità italiane. E di nuovo ieri i vertici militari dell’isola si sono rifiutati di commentare le inchieste giornalistiche, tuttavia senza smentire la ricostruzione. “Sto predisponendo un’interrogazione al ministro Luigi Di Maio ma anche alle ministre Lamorgese e De Micheli. È l’ora di fare luce su una questione che non può e non deve essere ignorata”, ha annunciato la parlamentare del M5s Yana Ehm, componente della commissione esteri alla Camera.