Erano residenti all’estero ma percepivano l’assegno sociale Inps, per un totale di oltre 10 milioni di euro acquisiti indebitamente. Per questo motivo 370 persone sono state denunciate dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di finanza. L’Inps ha immediatamente sospeso i pagamenti, con un risparmio annuo di oltre 2,6 milioni di euro. Avviato anche il recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili, risultati per lo più domiciliati effettivamente nel Sud America e nell’Est Europa.
L’emolumento, che prevede circa 450 euro al mese per 13 mensilità, tocca infatti solo a coloro che risiedono in Italia. Più precisamente, spetta ai cittadini italiani comunitari (con iscrizione all’anagrafe comunale), extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo), rifugiati politici ed apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno) con i seguenti requisiti: 65 anni compiuti, residenza effettiva in Italia, soggiorno legale, in via continuativa per almeno dieci anni, nel territorio nazionale, condizioni economiche disagiate.
Centinaia di cittadini, invece, secondo quanto rilevato in sede di indagine si sono trasferiti all’estero dopo aver ottenuto l’assegno sociale. Ma hanno continuato a certificare dei falsi redditi, inferiori alla soglia prevista per il conseguimento del beneficio. Gli autori degli illeciti sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato o sanzionati con pena pecuniaria. L’operazione della Guardia di finanza è stata denominata “People out”.