È un Matteo Renzi in maniche di camicia quello che esce spedito, nel tardo pomeriggio di ieri, da Palazzo Chigi e diretto alla Galleria Umberto Sordi. «Non ne posso più di stare chiuso lì dentro», così il presidente del Consiglio giustifica la sua “fuga” dalle stanze del potere: ai cronisti, spiazzati, dice di voler andare a comprare solo qualche libro. E ne compra di libri Renzi, accompagnato da una folla di curiosi fra cui si fa strada, scortato dai suoi uomini di fiducia che non lo perdono di vista un attimo, nemmeno quando scende al piano inferiore della Feltrinelli a Piazza Colonna.
Fra i titoli acquistati, per un totale di circa 300 euro, “Il mondo della rete. Quali i diritti, quali i vincoli” di Stefano Rodotà, un “Bugie e Verità. La ragione dei popoli” di Giulio Tremonti, “Post sinistra” di Marco Revelli. Se fra i libri comprati questi sembrano i meno in linea con il pensiero renziano (Rodotà e Revelli sono entrambi firmatari dell’appello di Libertà e Giustizia contro le riforme del premier), testi come “Sesto potere” di Bauman e “House of cards” di Dobbs sembrano gli unici volumi che il presidente del Consiglio si concede per il proprio divertissement. Nella tappa in libreria Renzi tranquillizza la stampa sul Def (Documento di economia e finanza) in via di sviluppo proprio in questi giorni e sul quale l’ex sindaco di Firenze sta lavorando insieme a Cottarelli e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. “Sul Def la situazione è molto buona – dichiara – stiamo modificando qualcosa ma il testo è quasi pronto”.
È così che cresce l’attesa, fra una Lorenzin che auspica nessun “pacco con sorpresa” sulla sanità e l’estinzione delle auto blu, ormai in lista su EBay e pronte a essere ricordate solo nei libri di storia. Anche se questi sono giorni di silenzio web per Renzi, che lascia per un po’ il cinguettio di Twitter dopo aver raggiunto un milione di followers sul Social network, il premier non rinuncia a ricordare che sulle riforme “ce la facciamo”, con il taglio dell’Irpef (il costo per otto mesi sarà di 6,7 miliardi) e la riduzione dell’Irap già previsti da quest’anno. A questi tagli si aggiunge la riduzione degli stipendi dei dirigenti di Stato e ancora abolizione di affitti, sedi periferiche, enti inutili. Per l’incontro con Berlusconi, non esclude che si possa fare, anche se da bravo stratega, dichiara non essere “in programma” per il momento. In un pomeriggio assolato, con gli sconti del 20% in libreria, Renzi non ha resistito: stacanovismo si, ma senza rinunciare a un po’ di sano shopping letterario.