Il referendum del 4 dicembre non sarà per l’Italia l’equivalente della Brexit o della vittoria di Donald Trump. Lo ha fatto intendere Matteo Renzi nel corso di un dialogo in diretta con i cittadini su Facebook. A chi ritiene che il governo sia destinato a perdere la consultazione, perché in Usa ed in Inghilterra ha prevalso il voto antiestablishment, il premier ha risposto che si tratta di elezioni profondamente diverse, perché in Italia il Sì equivale ad un “voto anticasta”, il No a riportare al potere la vecchia guardia “che ha fallito ed è unita solo dall’odio”
Nella diretta, Renzi (che ha respinto le accuse di aver danneggiato l’Italia facendo il tifo per la Clinton, affermando al contempo che i rapporti tra il nostro paese e gli Usa resteranno “solidi e forti”), ha cercato di smontare gli argomenti del No al referendum, contrapponendo il governo della “nuova generazione” al ritorno di chi c’era prima, da Monti a Berlusconi e D’Alema e sottolineando di aver tolto “l’alibi” del combinato disposto tra legge elettorale e riforma costituzionale con l’accordo interno al Pd. Il Premier ha comunque lasciato aperta la porta a possibili modifiche alla riforma, da apportare dopo il voto.
Nel suo lungo intervento, Renzi ha parlato anche dell’Italicum, proponendo, per il nostro paese, un sistema di collegi sul modello americano. Non è mancata una stoccata ai Cinque Stelle sulla vicenda delle firme false a Palermo (“sono una cosa clamorosa, dimostrazione che sono uguali agli altri partiti”) e sulla foto di Luigi Di Maio con il parente di un camorrista (“può succedere, ma quando è capitato ad altri sono stati messi in croce dal sacro blog, perché bisogna avere due morali?”) né un’ulteriore replica a Jean Claude Juncker, presidente della commissione europea (“Non abbiamo insultato la commissione, ma non possiamo pensare che non mettiamo i soldi sulle scuole e metteremo il veto sul bilancio Ue se vorranno usare i nostri soldi per alzare muri”).
