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Renzi rivoluziona lo ius soli, cittadinanza per chi nasce in Italia. Orfini: «Piena sintonia»

di Valerio Dardanelli20 Ottobre 2014
20 Ottobre 2014

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«Il disegno di legge del governo arriverà a fine anno: l’obiettivo è farlo diventare legge nel 2015». Matteo Renzi spinge sull’acceleratore e annuncia cambiamenti nelle regole per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Ospite nel salotto pomeridiano di Barbara D’Urso, ha spiegato cosa vuole realizzare: «Non sarà un’apertura indiscriminata, ma si passerà dallo ius sanguinis, ovvero è cittadino solo chi nasce da italiani, a uno ius soli temperato: cittadinanza per i bambini che nascono in Italia da genitori immigrati, a patto però che concludano un ciclo scolastico». Il premier ha spiegato che si tratta di una modifica necessaria, «un fatto di civiltà».

Contestato dalla vecchia guardia del Pd, Renzi sembra essere deciso ad affrontare il capitolo dei temi etici, da sempre fonte di divisioni all’interno del partito. Sulla cittadinanza ai figli degli immigrati l’ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge aveva fallito. Ora il leader dei “Dem” tenta un nuovo affondo, con un annuncio televisivo che forse non a caso arriva dopo la manifestazione anti-immigrazione della Lega che sabato ha invaso Milano con striscioni del tipo: «Con Salvini stop ai clandestini».

Ius soli e non solo. Renzi in tv ha parlato anche di un altro tema etico molto sentito: i diritti civili. Il punto di riferimento del presidente del Consiglio è la Germania: «La legge alla tedesca è un buon punto di mediazione e consente di dare alle persone dello stesso sesso i diritti civili. I tempi? Subito dopo la riforma elettorale, che è leggermente slittata ma ragionevolmente verrà discussa entro la fine dell’anno». E stavolta il Pd sembra essere compatto. Il presidente dei democratici, Matteo Orfini, si è detto sulla stessa linea d’onda del premier: «Questo non è un esecutivo che si occupa solo di economia ma ha una visione a 360 gradi della modernizzazione necessaria al paese. Con Matteo ne abbiamo parlato. A gennaio partiamo con i diritti civili e sblocchiamo anche le cose lasciate a metà, come ad esempio il ddl contro l’omofobia».

Valerio Dardanelli

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