Il patto del Nazareno regge. Parole e musica del vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, all’uscita dell’incontro tra il premier Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. L’accordo di massima su tempi e modalità per le riforme ha visto tra i temi sul tavolo la legge elettorale e la riforma del Senato.
«Vogliamo procedere rapidamente con l’Italicum subito dopo l’approvazione delle riforme costituzionali in prima lettura al Senato», ha affermato Guerini, assicurando che «si è confermato il percorso detto in passato». All’incontro hanno preso parte anche i consiglieri di Berlusconi, Gianni Letta e Denis Verdini.
La volontà del premier, all’indomani del discorso inaugurale del semestre europeo, è quella di mantenere al tavolo delle riforme l’alleato della prima ora, Silvio Berlusconi, aprendo i giochi a quanti più partiti possibili. Proprio ieri sera, dal salotto di “Porta a Porta”, Renzi ha elogiato Berlusconi, «che fino adesso ha rispettato tutti gli impegni», aggiungendo un timido «spero si possa fare anche con Grillo, le regole si scrivono insieme». Compito gravoso, vista l’avversione dei pentastellati nei confronti dell’ex Cavaliere.
È arrivato puntuale, infatti, l’attacco di Beppe Grillo al premier, dopo l’incontro di stamattina. Dalle colonne del suo blog, il leader del M5S attacca Renzi, reo di aver incontrato «il Noto Pregiudicato», prima ancora di rispondere ai «ripetuti solleciti della delegazione del M5S per discutere della legge elettorale».
L’incontro con il movimento di Grillo, già in agenda per oggi pomeriggio, è slittato a lunedì. Con una lettera al premier, apparsa ieri sera sul blog di Grillo, alcuni deputati del M5S avevano sottolineato come «molto positivo il fatto che abbiate accolto la nostra richiesta di incontro per un secondo tavolo sulla legge elettorale». Con l’obiettivo di «dare al Paese una legge elettorale entro 100 giorni che garantisca non solo governabilità, ma anche stabilità», i cinque stelle avevano accettato l’appuntamento: «Ci vediamo giovedì ma “senza mettere troppa carne al fuoco”, come avete detto». Nel primo pomeriggio di oggi però, via twitter,il deputato cinque stelle Danilo Toninelli ha fatto sapere che «il secondo incontro sulla legge elettorale è stato fissato lunedì alle 15».
Trovare la quadra sul sistema elettorale non è di certo facile, e lo spazio di manovra sull’Italicum sembra essere davvero minimo. Dal salotto di Bruno Vespa, il premier Renzi ha bocciato il “Complicatellum”«che non sta in piedi, se non dal punto di vista filosofico, perché è l’unico sistema in cui chi vince non governa». A prescindere dai tecnicismi sulla legge elettorale, il vero pomo della discordia – almeno dal punto di vista ideologico – è l’immunità per il nuovo Senato.
Continua intanto il lavoro in Commissione Affari costituzionali, dove i relatori al ddl riforme Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli potrebbero presentare nuovi emendamenti in riferimento alle competenze del nuovo Senato.
In attesa di un’intesa più ampia, Renzi si gode intanto il plauso dei sostenitori per il discorso di forte impatto che ha tenuto ieri a Strasburgo e il placet, meno scontato, di Piersilvio Berlusconi: «è il più bravo comunicatore dopo mio padre. La fiducia se la merita, ha fatto un gran lavoro. Speriamo ce la faccia». Matteo Renzi – che Angela Merkel dopo il risultato delle europee chiama ormai «Mister 40%» – è libero di fare gli scongiuri.
Nino Fazio