Matteo Renzi getta acqua sul fuoco riguardo alle polemiche politiche. Parrebbe aver funzionato l’aut aut di Zingaretti, che ieri in un’intervista ha ribadito che in Parlamento non si potranno trovare maggioranze alternative a questa e che in caso di crisi l’alternativa sarebbe quella del voto.
Stamattina l’ex premier Renzi era “partito alto” con una dichiarazione al vetriolo all’interno della sua intervista rilasciata alla Stampa, “Decide il Parlamento e il Colle prende atto”, come a dire tutto è ancora possibile. Ma questa mattina a Radio Anch’io il senatore è stato molto più cauto. “Sono sicuro che un accordo alla fine si troverà sulle regolarizzazioni”, ha detto l’ex premier.
Cuore del contendere è infatti il provvedimento, che dovrebbe essere inserito nel prossimo decreto del governo, avanzato dalla ministra Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia Viva all’interno dell’esecutivo, che mira a far emergere dall’irregolarità le quasi 600mila persone che lavorano come operatori agricoli, colf e bandanti. “Se non si mettono in regola queste decine di migliaia di persone – ha spiegato Renzi – avremo due problemi: la mancanza di frutta sugli scaffali dei nostri supermercati, quindi il fallimento vero e proprio di alcune aziende agricole e poi faremmo un grande favore alle mafie”. “Bisogna dare a chi rispetta le regole la garanzia delle regole”, ha precisato l’ex premier. Ipotesi di pace quindi con il M5S, che in questi giorni, con il suo capo politico Vito Crimi, si era strenuamente opposto alla sanatoria.
L’altra spinosa questione interna alla maggioranza è la mozione di sfiducia al guardasigilli Bonafede dopo la querelle con Di Matteo e il caso scarcerazioni. “Lo ascolteremo in Aula e decideremo”, ha spiegato Renzi. L’ex premier, ritornando quindi sul tema scarcerazioni, ha precisato: “Ci sono troppe cose che non tornano. Io penso che lo Stato abbia il dovere di non dimenticarsi e di dare delle cure ma il provvedimento che ha consentito le scarcerazioni è stato sbagliato”, così come sbagliata per Renzi è stata la nomina due anni fal Dap di Francesco Basentini, (dimessosi 7 giorni fa ndr): “Noi non l’avremmo mai nominato un tipo del genere a capo del Dap”.
Bersaglia ancora l’opposizione intanto sulla proposta di sanatoria. “Nessun pregiudizio ideologico contro i braccianti stranieri, ma dobbiamo pensare prima ai 4 milioni di disoccupati italiani”, ha dichiarato da Forza Italia la capogruppo Anna Maria Bernini. “Più che le regolarizzazioni, che riguarderebbero 600 mila persone e diventerebbero una stabilizzazione, sarebbe meglio riattivare i cosiddetti ‘corridoi verdi’ per risolvere questo problema”, ha precisato la forzista. Fratelli d’Italia e Lega restano invece sul no assoluto. I due partiti sovranisti credono infatti che ci sia il rischio di favorire nuovi sbarchi e nuova immigrazione nel nostro Paese.