“Non si ravvisano motivi per ritenere che la nomina del presidente del Consiglio regionale del Lazio e dei vicepresidenti e consiglieri segretari non siano stati correttamente adottati”. Questa è la motivazione con la quale il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso fatto da quattro consigliere regionali del Lazio del Movimento 5 Stelle, Gaia Pernarella, Silvana Denicolò, Valentina Corrado, e Silvia Blasi.
Il ricorso. Le accuse mosse dalle consigliere stellate riguardano sia la delibera del 25 marzo scorso con la quale il Consiglio regionale del Lazio ha eletto come Presidente Daniele Leodori che le delibere di nomina dei vice presidenti e dei consiglieri segretari.
La bocciatura. Ma nell’ordinanza della prima sezione del Tribunale amministrativo del Lazio non sono state accolte “le ragioni richieste dalla legge per l’accoglimento della sospensiva” visto che “non si ravvisano, ad un sommario esame – si legge – motivi per ritenere che i provvedimenti impugnati non siano stati correttamente adottati, tenuto conto di quanto rappresentato in ordine al rapporto sussistente tra la presenza femminile nel Consiglio Regionale e la stessa presenza nell’Ufficio di Presidenza nonchè della sicura rilevanza rivestita dal principio di rappresentanza”.
Quindi, non solo hanno bocciato le richieste ma le consigliere sono state anche condannate “in solido e con successiva suddivisione interna in parti uguali” al pagamento delle spese di giudizio.
Sara Stefanini