NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeEsteri Caso Regeni, l’Egitto responsabile della sua morte. Il ricercatore poteva essere salvato

L'Egitto è responsabile
della morte di Giulio Regeni
Nessuno ha voluto salvarlo

Accusata la National Security

mentì sulla detenzione di Giulio

di Paolo Consolini02 Dicembre 2021
02 Dicembre 2021

People during a march and torchlight procession in memory of the Italian researcher Giulio Regeni, who was abducted, tortured and murdered in Cairo (Egypt), in Rome, Italy, 25 January 2018. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI - ANSA

Giulio Regeni poteva essere salvato. È quanto emerge dalla relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte del ricercatore italiano, approvata ieri all’unanimità. Dopo due lunghi anni, perciò, si fa luce sulla vicenda e arriva la forte condanna nei confronti dell’Egitto.

Nella relazione, infatti, si legge chiaramente che “la responsabilità del sequestro, della tortura e dell’uccisione di Giulio Regeni grava direttamente sugli apparati di sicurezza della Repubblica araba d’Egitto, e in particolare su funzionari della National Security Agency”. Ma non è tutto. Dalle carte emerge anche gli apparati egiziani avrebbero potuto salvare Regeni, ma hanno scelto di non farlo. Inoltre, negli interminabili nove giorni tra la sparizione e il ritrovamento del cadavere del giovane, gli agenti egiziani hanno mentito al nostro Paese ripetendo più volte di non conoscere e di non aver arrestato il ricercatore. Il Parlamento ha poi attaccato il governo italiano che, a suo dire, negli ultimi anni ha raggiunto dei risultati solo parziali non avendo fatto adeguatamente pressione sul Cairo e avendo anzi ripristinato dopo poco tempo le relazioni economiche e diplomatiche con l’Egitto.

Negli atti allegati alla relazione vengono poi svelati i retroscena degli attimi immediatamente successivi al sequestro di Regeni. Si racconta come, fin da subito, si sia cercato di stabilire un contatto con la National Security. L’American University, ateneo in cui Giulio stava lavorando alla sua tesi di dottorato, fu la prima a muoversi non ottenendo però risposte. Il responsabile della sicurezza dell’Università, Mohamed Ebeid, venne però ricontattato e rassicurato: il ricercatore non era stato arrestato né si trovava in alcuna stazione di polizia. Era tutto falso.

In ogni caso, gli argomenti riportati dalla Commissione richiamano quanto già chiesto lo scorso maggio dalla procura di Roma e ha chiesto che l’Egitto sia portato davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja per aver violato la Convenzione Onu sulla tortura.

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig