Voucher e responsabilità solidale negli appalti. Sono questi i due quesiti sui quali gli italiani potranno esprimersi, attraverso un referendum, il prossimo 28 maggio. Ma potrebbe anche non essere così. Difatti, seppur il Governo ha stabilito la data della consultazione – fortemente voluta dalla Cgil – esso potrebbe revocare quest’ultima. A patto che intervenga sulle norme, attraverso un provvedimento, seguendo le indicazioni della proposta referendaria.
Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, a tal proposito ha affermato che l’esecutivo ha intenzione di aspettare i tempi del Parlamento, anche se non esclude la strada del decreto legge – da redigere già il prossimo venerdì. Tale provvedimento, però, avrà alla base proprio il testo che è stato stilato dalla Camera sotto il controllo di Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro.
Il Governo, è evidente, preme per evitare il voto. Lo stesso premier Gentiloni ha recentemente sostenuto: «Discuteremo e correggeremo le norme». Le soluzioni possibili, sulla questione dei voucher, potrebbero essere diverse. Tra queste, l’uso dei buoni solo per i lavori affidati dalle famiglie, escludendo del tutto le imprese. Per quanto riguarda, invece, la responsabilità solidale negli appalti, una soluzione dell’esecutivo potrebbe essere la proposta – già regolata dal Parlamento – che riprende la disciplina del 2003.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, a proposito del probabile decreto da varare da parte del Governo, ha dichiarato: «Non bastano le promesse, serve poi una conversione in legge». Secondo la leader del sindacato, è giusto che l’esecutivo trovi un’alternativa al referendum, ma rispettando alcune indicazioni: «Una norma effettivamente approvata che escluda la pubblica amministrazione e le imprese, ma riguardi solo le famiglie, darebbe il segno di togliere la precarietà del lavoro, che è il tema che abbiamo posto».
Sul provvedimento si è espresso anche Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil: «Vediamo di capire cosa c’è scritto e poi valuteremo». Ha poi aggiunto: «Bisogna drasticamente limitare l’uso dei buoni lavoro. Bisogna tornare alla legge Biagi. Abbiamo chiesto al governo di confrontarci prima dell’ultimo atto. Se non si trova l’accordo, per colpa del governo o del Parlamento, noi siamo per abolire i voucher e quindi per votare Sì al referendum promosso dalla Cgil».
Infine, un retroscena di oggi de La Repubblica, ha svelato alcune affermazioni dell’ex premier Matteo Renzi suoi buoni lavoro: «Diciamoci la verità, i voucher non sono stati una mia invenzione, non c’entrano niente col Jobs Act». Concludendo: «Sono stati un’invenzione dei precedenti governi di centrosinistra, sostenuti da quelli che ora vorrebbero cancellare i buoni».