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HomePolitica Referendum, il voto estero vale il 5%
Pace: “Ricorso se Sì vince con quei voti”

Referendum, il voto estero vale il 5%
Pace: “Ricorso se Sì vince con quei voti”

di Giulia Turco23 Novembre 2016
23 Novembre 2016

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante un incontro per il sì al referendum, al teatro Ariosto di Reggio Emilia, 22 novembre 2016. ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

A undici giorni dal 4 dicembre, sul voto incombe anche la minaccia dei ricorsi. Il Comitato per il No si è dichiarato pronto a intervenire, se a determinare la vittoria del Sì sarà il voto degli italiani all’estero. Si è espresso in proposito Alessandro Pace, presidente del Comitato: “Se risultasse decisivo, potremmo decidere di impugnare il risultato», ha affermato. Secondo il giurista infatti, il meccanismo di voto adottato per le circoscrizioni estere, violerebbe i principi fondamentali della legge. Come stabilisce la Costituzione, l’esercizio del voto deve essere «personale, libero e segreto», requisiti che non sarebbero garantiti dal corrente sistema di voto. I renziani tuttavia, sono convinti che i ricorsi verrebbero respinti. Molti di loro confidano sul sentimento di esclusione degli italiani all’estero e sul fatto che, se venisse messo in discussione il loro voto, sarebbero ancor più propensi a optare per il Sì.

A scaldare il clima è la stima del peso dei voti dall’estero. Considerando l’ipotesi di Renzi di 25-30 milioni di votanti complessivi, il valore oscillerebbe tra il 5 e il 6%. In caso di testa a testa, il loro peso sarebbe dunque determinante. Dal conto delle prime schede arrivate infatti, è previsto che quasi un milione e mezzo di concittadini consegneranno il loro voto presso un consolato italiano. I votanti sarebbero decisamente più di quelli del referendum sulle trivelle (700mila), e forse anche delle politiche del 2013, quando votarono 1,2 milioni dei circa 4 aventi diritto. Secondo le previsioni la maggioranza si schiererebbe per il Sì e a prevalere sarebbe la fascia di mezza età, in particolare professionisti, manager e imprenditori.

Nel frattempo, continuano le tensioni con l’opposizione. Beppe Grillo è passato a una linea ancor più dura nei confronti del premier: «Renzi ha una paura fottuta del voto del 4 dicembre. Si comporta come una scrofa ferita che attacca chiunque veda», ha scritto ieri sul suo Blog. A stretto giro è arrivata la risposta di Matteo Renzi, durante i cinque eventi svolti in giornata per la sua maratona elettorale. Il premier non ha risposto alla provocazione, ma si è rivolto direttamente agli italiani: «Il loro tentativo è di buttarla in rissa, la nostra reazione è calma e gesso, sorrisi e tranquillità». Ha poi aggiunto: «Non fatevi fregare, meglio farci un sorriso e parlare di Cnel, di bicameralismo e del merito».

Ieri sera Silvio Berlusconi, ospite di Bruno Vespa a Porta a porta, ha rilasciato una dichiarazione relativa alle posizioni di Mediaset sul voto del 4 dicembre. «Se il governo dovesse vincere, ci saranno ritorsioni negative per le nostre aziende e per le altre», ha spiegato il Cavaliere. Per questo, ha dichiarato che i vertici Mediaset, a cominciare dal presidente Fedele Confalonieri, sono per il Sì.

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