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Ipotesi vittoria Sì
Come cambia il Senato

Referendum costituzionale
Ipotesi vittoria Sì
Come cambia il Senato

di Gloria Frezza21 Novembre 2016
21 Novembre 2016

Questione dirimente all’interno del quesito referendario, il riordinamento del Senato si trova da mesi al centro dei dibattiti politici sul Sì e sul No. Il 4 dicembre, il voto popolare deciderà se concretizzare le modifiche proposte a riguardo dalla riforma o se mantenere l’ordinamento attuale. Da organo legislativo paritario con la Camera, Palazzo Madama si trasformerebbe a tutti gli effetti in un elemento di rappresentanza degli enti regionali. La fine del bicameralismo perfetto porterebbe inoltre il numero dei senatori da 315 a 95, con l’aggiunta di ulteriori cinque nominati dal Presidente della Repubblica per una durata di sette anni. Attualmente, oltre ai cinque senatori a vita, i membri vengono eletti tra gli italiani over 40: 309 dai cittadini italiani sopra i 25 anni e 6 dai residenti all’estero. I nuovi membri della camera senatoria verrebbero invece tutti eletti dagli enti di riferimento, 74 di loro tra i consiglieri regionali e 21 tra i sindaci (uno per regione).

unnamedUn’ulteriore variazione significativa, legata al nuovo “Senato delle Regioni”, sarebbero i tempi di rinnovamento. In questo momento i 315 senatori mutano con ogni nuova legislatura (5 anni), ma con la vittoria del Sì i tempi di ogni regione diventerebbero autonomi, seguendo i singoli calendari elettivi. In questo modo, nel 2018 avremmo 34 rinnovi tra cui Lombardia e Lazio, nel 2019 toccherebbe a Piemonte ed Emilia Romagna, così a seguire fino al 2022, con gli ultimi 7 senatori siciliani. Mutando il ruolo dell’organo senatorio, l’Italia acquisterebbe il primo vero centro politico di controllo regionale. L’obbiettivo sperato, in tal caso, sarebbe quello di controllare le scivolosissime amministrazioni regionali, che si rendono da anni protagoniste di scandali e corruzioni. D’altro canto, l’alleggerimento del processo legislativo potrebbe concedere uno strapotere alla Camera dei Deputati e a chi ne controlla la maggioranza. A due settimane dal voto, gli italiani fronteggiano i dati del cambiamento (nell’immagine, un chiarimento di OpenPolis), valutandone applicabilità e valore.

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