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sull’ipotesi rinvio
la smentita di Palazzo Chigi

Referendum costituzionale
sull’ipotesi rinvio
la smentita di Palazzo Chigi

di Christian Dalenz02 Novembre 2016
02 Novembre 2016

Si riapre la discussione sulla data del referendum, per via dei recenti terremoti e del parere in arrivo da Milano sul ricorso presentato da Onida. Ma Palazzo Chigi smentisce tutto.

Il 30 Ottobre Affaritaliani.it scriveva di un’indiscrezione secondo la quale Renzi abbia già sondato il Quirinale per rimandare la celebrazione del referendum al prossimo anno. Un’idea che secondo alcuni sarebbe motivata anche dalla paura di perdere, visto il vantaggio del NO nei sondaggi. L’interessato ha smentito il giorno dopo derubricando l’ipotesi a “boutade giornalistica”.

Però l’idea è tutt’altro che tramontata. Da Repubblica.it apprendiamo che Pierluigi Castagnetti (PD) ha proposto, in un’intervista a Repubblica, di rimandare il voto per via delle difficoltà dei colpiti al terremoto di esercitare il loro diritto. D’accordo con lui Sacconi (NCD) e Librandi (Civici e Innovatori).

Stamattina il Ministro degli Interni Angelino Alfano, che apre alla possibilità del rinvio qualora le opposizioni siano d’accordo, con particolare riferimento a Forza Italia. “Il governo non farà alcuna richiesta di rinviare il referendum ma qualora una parte della opposizione fosse disponibile a valutare un’ipotesi di questo genere io sono convinto che sarebbe un gesto da prendere in altissima considerazione”.

Ma la questione potrebbe essere ora stata chiusa da Palazzo Chigi, di cui alcune fonti hanno “categoricamente” smentito l’ipotesi.

Del resto il rinvio del referendum potrebbe avvenire anche per decisione della magistratura. E’ infatti atteso a breve il giudizio del Tribunale civile di Milano sul ricorso presentato dal costituzionalista Valerio Onida sul quesito referendario. In un’intervista ad Huffington Post, Onida ha spiegato che a suo avviso è lesivo della libertà dell’elettore chiedere un solo parere su più materie diverse ed eterogenee, che potrebbero essere oggetto di diversi quesiti. Potrebbe dunque essere spacchettato in una domanda sul Titolo V, un’ altra sul bicameralismo paritario, un’ altra sui nuovi istituti referendari e così via.

Se il Tribunale di Milano desse ragione a Onida, la celebrazione del referendum sarebbe certamente sospesa. Ma in caso di rigetto del ricorso, che non ha precedenti, la partita di Onida avrebbe un secondo tempo a Roma, visto che l’istanza è stata presentata anche al Tar del Lazio.

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