È partita la “fase due” del Reddito per la ricerca di un’occupazione. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha firmato il decreto ministeriale che definisce l’attivazione dei lavori di pubblica utilità che i beneficiari dovranno svolgere nel comune di residenza. In una nota, la ministra afferma che questo passaggio “è un atto importante nel percorso di costruzione di un moderno sistema di welfare state che rinsalda il patto tra Stato e cittadino”. In questo modo si contribuirà “alla costruzione di una comunità migliore. I comuni avranno la possibilità di avviare la progettazione e definire le attività che i beneficiari del Reddito andranno a svolgere”.
Sono 943 mila i nuclei che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza, con circa 2,3 milioni di persone interessate e un importo medio di 482 euro al mese per ogni famiglia. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dall’Inps e aggiornati all’8 ottobre sulla misura voluta dal Movimento 5 Stelle e che si può richiedere dallo scorso 6 marzo.
Scendendo nei dettagli, sono un milione e mezzo i nuclei che hanno fatto domanda per il Reddito: quelle approvate sono 982 mila, 415 mila sono state respinte e 126 mila in fase di analisi. Solo nell’ultimo mese si sono registrate circa 20 mila domande in più, e tra rinunce e cambiamenti di situazioni economiche. Sono infine 39 mila le domande revocate.
Sud e Isole sono le aree geografiche dalle quali è giunta la maggior parte delle richieste con oltre un milione di persone interessate. Campania e Sicilia sono le due regioni dove la richiesta è stata maggiore, seguite da Lazio e Puglia.
L’importo del Reddito varia in base a determinate condizioni: chi ha a carico un mutuo percepisce 613 euro mensili, il più alto; chi ha una Pensione di cittadinanza e paga un affitto riceve la quota più bassa di 212 euro. In generale, il 68% percepisce meno di 600 euro al mese e il 21% si mantiene sotto i 200 euro. Solo l’1% ottiene un Reddito pari a 1.200 euro.
