Da domani fino al 31 marzo, via libera alle domande per il Reddito di cittadinanza. Il 26 aprile ci saranno gli esiti delle domande e i pagamenti i primi giorni di maggio.
Per ottenere il Reddito di cittadinanza bisogna presentare la domanda on line, dal sesto giorno fino alla fine di ogni mese, sul sito dedicato (www.redditodicittadinanza.gov.it), presso tutti gli uffici postali o presso i Caf. Prima di questo, bisogna però aver presentato l’Isee per la certificazione della sussistenza dei requisiti reddituali e patrimoniali previsti per l’accesso alla misura, compilando la dichiarazione sostitutiva unica presso i Caf, in modo tale che l’Inps potrà poi collegarla alla domanda del Rdc.
Dopo aver presentato la domanda, l’Inps verificherà in cinque giorni i requisiti e successivamente comunicherà quando e in quale ufficio postale potrà essere ritirata la card. In base ai requisiti, si dovrà andare ai centri per l’impiego e sottoscrivere un Patto per il lavoro o dai comuni per sottoscrivere un Patto sociale.
Ma ci sono ancora alcuni elementi da chiarire. I requisiti per l’accesso al Reddito di cittadinanza potranno cambiare nel corso dell’esame alla Camera del provvedimento. Quando il decreto sarà convertito in legge (entro il 28 marzo), l’Inps dovrà ristampare i moduli delle domande. Immigrati, separati e divorziati per esempio, potrebbero rinunciare al reddito per i paletti più rigidi sul patrimonio e sulla residenza. Inoltre l’Inps non ha ancora un rappresentante legale. La nomina di Pasquale Tridico a commissario e poi presidente dell’Istituto di previdenza non c’è ancora.
“I centri per l’assistenza fiscale sono pronti a dare informazioni, assistenza, orientamento e anche ammonire i cittadini sui rischi. Ma per favore non arrivate tutti insieme, abbiamo tempo come Caf fino al 15 aprile per inviare le domande”, prova così ad allentare la tensione il coordinatore della Consulta Mario Soldini.