“Sempre caro mi fu quell’ermo colle”, recitava Giacomo Leopardi in una delle sue poesie più famose. Tre giorni fa la strada sotto al Colle dell’Infinito tanto caro al poeta è franata: una voragine di sette metri per sette, che si è estesa fin sotto allo stesso colle. In una zona già interessata da movimenti franosi importanti, le piogge degli ultimi giorni hanno dato il colpo di grazia. L’area, che ospita il parco intitolato alla memoria di Giacomo Leopardi non è nuova a questi smottamenti del terreno, che mettono in pericolo non solo le strutture interne del parco ma la strada che si apre alle pendici del colle.
Adesso la strada è transennata, con un semaforo a regolare la circolazione a senso unico alternato delle auto, evitando così che si creino ingorghi o pericoli per la circolazione di veicoli. L’amministrazione comunale ha deciso di chiudere anche il tratto di via Badaloni, fra via Montemorello e l’innesto con la circonvallazione. Il movimento franoso è in parte nascosto dalla folta vegetazione del parco: in questi giorni i tecnici stanno effettuando i primi sopralluoghi per verificare la gravità della voragine.
Quello delle frane e del lento ma inarrestabile movimento a valle della terra era stato denunciato, più di un anno fa, dallo stesso sindaco Fiordomo che rivolse un appello al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, perché venisse a Recanati per verificare di persona. Il sindaco richiamò il governo a mettere in atto un progetto per la tutela della collina del poeta, «un grande piano nazionale – affermò – di consolidamento e recupero di un’area che in trent’anni ha subito l’effetto di cedimenti e smottamenti vari che lentamente la stanno facendo scivolare a valle». Nessuno, però, ha fino a oggi risposto all’appello.
