Qualche giorno fa il presidente della Fiat John Elkann aveva dichiarato da New York la sua determinazione nel non aumentare gli investimenti in Rcs, gruppo editoriale di cui la Fiat è ormai da 30 anni il principale azionista (20,55 %). Oggi, sulle pagine di Milano finanza, trapelano notizie ancor meno rassicuranti: La Stampa, che è nella rosa dei giornali di RCS ed è il terzo quotidiano per tiratura a livello nazionale, dovrà trovare le risorse per chiudere in pareggio il bilancio di quest’anno senza ottenere aiuti straordinari dagli azionisti della casa editrice. La decisione è legata al trasferimento delle sedi Fiat all’estero e alla necessità per la casa automobilistica di non trasferire liquidità per sanare le perdite di RCS.
Nel 2012 la testata torinese aveva un rosso di 27 milioni di euro, calato a 14 milioni l’anno scorso e, per il primo trimestre del 2014, stimato per 5 milioni.
I primi interventi di risanamento passano per il prepensionamento di 40 giornalisti, la riduzione della foliazione e il risparmio sulle ferie arretrate ma, se i conti non dovessero migliorare, i tagli diventerebbero più amari.
Quando la scorta protegge i politici dalle domande scomode: giornalista strattonato dalla scorta del Ministro degli affari regionali. È successo durante la visita del Ministro Maria Carmela Lanzetti a Vibo Valentia, città dove l’onorevole è di casa per aver militato nella lista Civati fino ad essere eletta, proprio nel collegio di Vibo, nella Direzione nazionale del PD. Il giornalista Maurizio Bonanno avrebbe posto una domanda sullo scenario politico locale che, a giudicare dalla violenta reazione della scorta, deve aver infastidito sia il Ministro che i suoi accompagnatori.
Il presidente del Sindacato dei giornalisti della Calabria Parisi è intervenuto per stigmatizzare la condotta degli addetti alla sicurezza: la scorta dovrebbe proteggere il Ministro da criminali ed esaltati, e non dalle domande di un cronista..
Il Ministro Lanzetti, che ha iniziato la propria carriera politica ottenendo notorietà per le sue battaglie contro prepotenze e omertà della ‘Ndrangheta, non ha commentato l’episodio e tantomeno espresso solidarietà al giornalista per la violenza subita.
Accordo tra sindacati e Adnkronos: condizioni dure ma i posti sono salvi. Erano a rischio 23 posti di lavoro, nonostante la società di Giuseppe Marra godesse di buona salute: “E’ normale – replica il Cavaliere del lavoro intervistato da ilfattoquotidiano.it – e comunque quest’anno non è più quello di una volta, perché ho abbassato il mio emolumento, perché non prendo mai la distribuzione degli utili. E se un’impresa non distribuisce gli utili non è più impresa, se non mi prendo i dividendi devo prendere qualcosa. La società, che è privata, è in utile perché cerco di non farla andare in rosso”. Marra non sembrerebbe comunque passarsela male, considerando che soltanto nel 2012, ha incassato un emolumento di 875mila euro per il solo incarico di amministratore unico dell’Adn Kronos.
Intanto l’accordo raggiunto ieri costringerà i giornalisti dell’agenzia a rinunciare ai contratti integrativi, al giorno di riposo maturato dopo tre giorni di lavoro e al pagamento del 50% dei giorni di riposo non goduti al 31 dicembre 2013.
Condizioni dure, accettate dai lavoratori a capo chino, nonostante il Sindacato e l’Associazione stampa romana esprimano una certa soddisfazione: “È il successo della ragionevolezza prevalsa alla fine di una delicata fatica negoziale delle parti”.