Ricevono minacce di morte, aggressioni fisiche, intrusioni nelle loro abitazioni o nei luoghi di lavoro oppure danneggiamenti alle loro proprietà. Su di loro si aprono indagini investigative senza mandato, i loro strumenti di lavoro vengono sequestrati, le loro fonti confidenziali ricercate. Ricevono insulti in pubblico, citazioni giudiziarie e querele strumentali, volte a ostacolare la pubblicazione di inchieste e informazioni “sensibili”. Succede da noi, in Italia. Succede nel 2012, a un giornalista su 10.
A denunciare le minacce che attaccano il lavoro di chi opera nel mondo dell’informazione e conseguentemente i diritti di informare e di essere informati, il “Rapporto Ossigeno 2012”. Curato dall’Osservatorio “Ossigeno per l’Informazione” voluto da FNSI e OdG, il documento raccoglie i casi denunciati dai diretti interessati e verificati dall’associazione: 266 quest’anno i cronisti minacciati – i nomi sono pubblicati online al sito http://www.ossigenoinformazione.it – ma non rappresentano il totale. Restano in ombra tutti quegli episodi non documentabili o alla cui divulgazione le vittime negano il consenso.
Per sensibilizzare al problema dell’informazione oscurata, l’opinione pubblica, la categoria dei giornalisti e le istituzioni, il documento è stato presentato nei giorni scorsi al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e l’estate scorsa al Presidente del Senato, Renato Schifani, e al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Concordi i rappresentanti delle istituzioni sulla necessità di raccogliere e divulgare questi dati e contrastare il fenomeno, su cui sta indagandola Commissione parlamentare antimafia.
Il “Rapporto Ossigeno 2012”si aggiunge alla lista di quei dati che segnalano la crisi dell’informazione in Italia. Classificata a partire dal rapporto 2009 dalla Freedom House come un paese “parzialmente libero” per la libertà di stampa, l’Italia rappresenta un’anomalia in Europa secondo i dati dell’ong. Anche Nils Muiznieks, Commissario per i Diritti Umani in Europa, ha di recente citato il caso italiano e parlato di “censura camuffata”. Tra i problemi dell’informazione, per i quali FNSI e OdG si stanno battendo, anche la proposta di legge sull’equo compenso, ancora all’esame del Senato, e l’assenza di un Freedom of Information Act in Italia, che garantisca ai giornalisti l’accesso ai dati della Pubblica Amministrazione.
Anna Serafini