Disoccupazione ed economia ancora in testa alle preoccupazioni degli italiani, ma inizia a calare la sfiducia. Rimane però fortissima la voglia di chiudersi in se stessi, con un no netto all’immigrazione straniera. Sì invece al diritto di trasferirsi in un altro paese europeo. Queste le conclusioni dell’82° rapporto Eurobarometro, relativo all’autunno 2014, presentato ieri mattina a Roma presso la sede della rappresentanza della Commissione europea in Italia.
Lavoro e economia. Gli italiani continuano ad essere più sfiduciati verso il futuro rispetto alla media europea, ma la forbice si sta restringendo: la disoccupazione resta il problema principale per il 60%, contro il 45% della media Ue, ma nella precedente rilevazione i due dati erano rispettivamente 65% e 48%. Al secondo posto c’è la situazione economica generale, in cima alla lista dei pensieri di un italiano su tre e di un europeo su quattro.
Immigrazione e libertà di movimento. Al terzo posto delle preoccupazioni degli italiani, con il 29% (in crescita: a giugno era il 25%) c’è l’immigrazione. Su questo tema italiani ed europei sono concordi (73% e 71%) nel chiedere una politica comune, ma hanno opinioni diverse sugli immigrati. Se tutti bocciano senza appello i clandestini, sugli extracomunitari regolari il giudizio inizia a differenziarsi (dicono no il 57% degli europei e ben il 75% degli italiani), e diventa opposto sui comunitari: considerati una risorsa dal 52% degli europei in genere e bocciati con la stessa percentuale da britannici e italiani. I nostri connazionali apprezzano però il diritto che avrebbero di poter vivere (64%) e lavorare (67%) negli altri Stati-menbri.
Bene il controllo europeo. Il 63% degli italiani ritiene che le politiche europee abbiano provocato l’austerità, ma allo stesso tempo la maggioranza (il 56%) si dice favorevole alla supervisione di Bruxelles sui bilanci nazionali e all’imposizione di multe ai governi troppo spendaccioni (58%). Anche perché, secondo l’81% del campione, la riduzione di debito e deficit non può più essere rimandata. Promosse a pieni voti (88%) anche le riforme caldeggiate da Bruxelles, a cominciare da quella del mercato del lavoro, e il piano Juncker per attirare fondi privati attraverso un (limitato) investimento pubblico.
Metodologia. I rapporti Eurobarometro standard misurano ogni sei mesi le opinioni di un campione di popolazione in ciascuno dei 28 Stati-membri, intervistati sulle priorità politiche della Commissione europea in base a quattro filoni: economia e lavoro, dimensioni dell’Unione europea, democrazia, fiducia nelle istituzioni europee. Il sondaggio presentato è il primo effettuato dopo l’insediamento del nuovo esecutivo europeo, guidato dal popolare lussemburghese Jean-Claude Juncker.
Alessandro Testa