BRUXELLES – Il debito pubblico dell’Italia in rapporto al Pil alla fine del terzo trimestre del 2023 è stimato al 140,6% rispetto al 142,5% del secondo trimestre. Il calo di 1,8 punti percentuali rappresenta la quinta diminuzione maggiore rilevata in Europa. Le previsioni future per l’Italia, contenute nella Note di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF), stimano un ritorno nel 2025 a un avanzo primario di bilancio. Questo dovrebbe favorire un rallentamento della crescita del rapporto debito pubblico/Pil.
Secondo un documento di Eurostat, nell’Eurozona, invece, il rapporto debito/Pil è sceso all’89,9% rispetto al 90,3% del secondo trimestre. L’indebitamento pubblico italiano si conferma al secondo posto tra i Paesi dell’area euro, dopo la Grecia e davanti alla Francia.
Spostare la pressione fiscale dal lavoro al patrimonio, ridurre le pensioni dei redditi più elevati, consolidare i conti pubblici, facendo particolare attenzione al debito. Sono alcune delle raccomandazioni che l’Organizzazione per la cooperazione dello sviluppo economico (Ocse) invia all’Italia nell’ultimo rapporto dedicato al nostro Paese. ”Lo spostamento dell’imposizione dal lavoro alle successioni e ai beni immobili renderebbe il mix fiscale più favorevole alla crescita, consentendo al contempo di incrementare le entrate, scrive l’organizzazione che sottolinea come sia anche necessario “contrastare con fermezza l’evasione fiscale”. Riducendo la generosità delle pensioni per le famiglie a reddito più elevato, si potrebbe inoltre limitare l’incremento della spesa, mantenendo allo stesso tempo adeguati servizi pubblici e protezione sociale”, prosegue l’organismo parigino evidenziando inoltre la necessità di “eliminare gradualmente i regimi di pensionamento anticipato”.
Il rapporto fa infine notare come in Italia “il debito pubblico, quale percentuale del Pil, è tra i più elevati dell’Ocse. Occorrono riforme fiscali e della spesa per contribuire a portare il debito su un percorso più prudente. In assenza di variazioni delle politiche, il rapporto debito/Pil andrà ad aumentare”, avverte l’organizzazione aggiungendo che “per riportare questo rapporto su un percorso più prudente, sostenere i costi futuri e rispettare le regole fiscali europee, sarà necessario un duraturo aggiustamento di bilancio”.