MASYAF (SIRIA) – Medio Oriente senza tregua. Mentre i negoziati per la pace arrancano, proseguono i bombardamenti. In Siria sale a 18 morti e 32 feriti il bilancio di diversi raid israeliani diretti verso Masyaf, nella provincia di Hama. Lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Tra le vittime quattro civili, otto militari e sei persone ancora non identificate. Secondo l’Idf i cinque siti colpiti sarebbero basi delle milizie filo-iraniane di Hezbollah.
L’Iran: “Condanniamo con fermezza quest’attacco criminale”
Immediata la replica di Teheran, col Ministero degli Esteri che accusa Israele: “L’Iran condanna con la massima fermezza l’attacco criminale israeliano in Siria”, dichiara il portavoce Nasser Kanani. Secondo l’alto diplomatico l’affermazione di un attacco a un centro legato all’Iran in Siria è completamente infondata. “I sostenitori del regime israeliano dovrebbero smettere di armare i sionisti”, aggiunge in conferenza stampa, invitando le Nazioni Unite a “prendere misure più serie contro i crimini barbari del regime sionista”.
Hamas sui negoziati: “Non abbiamo presentato nuove proposte”
La guerra sul campo allontana la prospettiva di un concreto piano di pace al tavolo delle trattative. Dal canto suo, Hamas nega di aver presentato nuove condizioni ai mediatori per il rilascio dei prigionieri israeliani. Così il portavoce dell’organizzazione Basem Naim: “I funzionari statunitensi che hanno agito come fonti hanno avvelenato i negoziati, Hamas non ha presentato nuove condizioni ai mediatori su nessuna questione. Il movimento ribadisce il suo impegno nei confronti di quanto concordato il 2 luglio sulla base della proposta del presidente Biden e sulla risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza Onu”, conclude. Con riferimento alle Nazioni Unite, arriva infine il monito dell’Alto commissario per i diritti umani Volker Turk, che parla di “palese disprezzo” di Israele per il diritto internazionale nei territori palestinesi occupati.