Contestazioni e polemiche tra i giornalisti di casa Rai in seguito alla rivoluzione messa in atto dai vertici dell’azienda. Il nuovo piano presentato dal direttore generale, Luigi Gubitosi, imposto dal taglio di 150milioni di euro invocato da Renzi, ha destato, sul nascere, non poche polemiche.
La prima novità prevede un piano di accorpamento dei Tg, attraverso la realizzazione di due “fabbriche” distinte, due “newsroom”, una generalista e l’altra locale e “all news” che dovrebbe racchiudere sotto lo stesso tetto Tg1 e Tg2. Il Tg3 si fonderà con TgR e RaiNews24, con Monica Maggioni in pole position per il ruolo di direttrice.
Sul piede di guerra i Cdr dei Tg del Servizio pubblico, i cui servizi sono andati in onda, qualche giorno fa, senza firme, in segno di protesta. “Accorpare per accorpare sembra soltanto un escamotage per fare tagli lineari che portano risparmi marginali o favorire qualche direttore amico” tuonano i comitati di redazione di Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews24, Giornale Radio, Rai Parlamento, Rai Sport, Ufficio Stampa e coordinamento dei Cdr della TgR, auspicando “un confronto basato sul prodotto”. Tra gli uffici che da viale Mazzini corrono a Saxa Rubra, il timore è che la riforma conduca ad un impoverimento dell’informazione made in Rai. Alla notizia del nuovo progetto di riforma auspicato da Gubitosi, si aggiunge la vicenda degli inviati da mandare a seguito del viaggio americano di Matteo Renzi, in programma il 26 settembre prossimo. Dopo l’intenzione iniziale filtrata dall’azienda di non mandare nessun giornalista da Roma e la scelta di coprire la visita solo con corrispondenti americani, Gubitosi avrebbe deciso di fare marcia indietro. Dal direttore del personale, Valerio Fiorespino, sarebbe arrivata la decisione di mandare, al seguito del premier, un inviato per Tg1 e Tg2 e un altro per coprire Tg3 e Rai News.
La spending review della prima emittente televisiva italiana, che prevede anche la riduzione delle troupe al seguito di un medesimo evento, la diminuzione del numero di direttori (per risparmiare così sugli stipendi più alti), si estende anche ai giornali radio, con la scelta di ridurre la programmazione informativa di Gr2 e Gr3.
“Se davvero c’è un piano per riformare la Rai, lo si metta sul tavolo in maniera chiara e trasparente” ha detto il segretario del sindacato dei giornalisti italiani, Franco Siddi, contestando la “politica delle indiscrezioni a getto continuo” relativa alla riforma i cui dettagli dovrebbero essere resi noti, in maniera definitiva, nei prossimi giorni.
E intanto la Rai archivia il primo semestre con un risultato netto negativo per 2,9 milioni di euro, subendo una perdita complessiva di 77,9 milioni di euro. Conti che, come spiega l’azienda, sarebbero in linea con il 2013, nonostante la presenza di costi per i grandi eventi sportivi e l’aumento del livello di evasione del canone.
Samantha De Martin