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HomePolitica Quirinale, girandola di candidati
tra tattica, astensioni e schede bianche

Quirinale, caos nei partiti
Verso la quarta fumata nera
Oggi il quorum scende a 505

Il centrodestra sceglie l'astensione

Scheda bianca per Pd, M5s, Leu e Iv

di Andrea Noci27 Gennaio 2022
27 Gennaio 2022

La scheda per votare in Aula di Montecitorio durante la seconda votazione del Parlamento in seduta comune integrato dai delegati regionali per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 25 gennaio 2022. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

È in corso la quarta votazione per eleggere il Presidente della Repubblica. Da oggi il quorum necessario a eleggere il nuovo inquilino del Quirinale si abbassa a 505 voti. Nonostante questo, non sarà il giorno della verità. Tra i partiti regna ancora il caos, senza un nome su cui convergere.

Il centrodestra si astiene e prova a ricompattarsi

Il centrodestra per oggi, si apprende da una nota congiunta, ha dichiarato il proprio voto di astensione. Dai tre partiti c’è la disponibilità a votare un nome di alto valore istituzionale. La scelta ha un chiaro obiettivo: evitare altri colpi di coda come quello fatto ieri da Fratelli d’Italia, votando Guido Crosetto.

I retroscena da Montecitorio parlano però di una Giorgia Meloni irritata dopo questa scelta degli alleati. La leader di Fratelli d’Italia avrebbe preferito una prova di forza su un nome, per misurare in aula la compattezza della coalizione e per capire i margini di un eventuale allargamento. Fonti del partito hanno poi fatto trapelare che tra i nomi circolati non dispiacciono quelli di Elisabetta Belloni, la diplomatica ora alla guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e del giurista Sabino Cassese.

Chiusura della Lega su Pier Ferdinando Casini: “Non è un’opzione”, afferma Salvini. Ma Gasparri, Mastella e Toti non escludono questa opzione. Il leader della Lega ha risposto ai malumori di Fdi: “Le prove di forza non ci interessano. Noi le proposte le abbiamo fatte”. Uscendo dall’aula di Montecitorio ha poi risposto a una domanda su Cassese: “Io sto lavorando nell’ambito del centrodestra e rimane quella la via maestra, per quanto mi riguarda. Non un nome di partito ma di un’area culturale di centrodestra”.

L’ipotesi Cassese 

Proprio l’ipotesi che al Quirinale possa essere eletto proprio Cassese è al centro di un colloquio con la Repubblica. “Perché lo vuole escludere?”, risponde il giurista alla domanda se ritiene possibile una sua elezione.

“Salvini non lo conosco, io vivo come i monaci stiliti, che scelsero di vivere su una colonna. Ecco, non vedo nessuno, manco i miei nipoti…”, afferma Cassese smentendo il presunto incontro a casa sua con il leader della Lega.

Scheda bianca l’opzione del centrosinistra

Dall’altro lato dello schieramento Partito democratico, Leu e Italia Viva e Movimento 5 stelle voteranno ancora scheda bianca. Anche se il leader dei grillini, Giuseppe Conte, apre alla possibilità di trattativa con Salvini e alleati. “Non è che oggi dichiariamo, ma confermiamo la nostra disponibilità, che è immediata ad un incontro col centrodestra. Per il paese lavoriamo 24 ore su 24″ precisa Conte.

A quanto si apprende da fonti vicine a Beppe Grillo, questa mattina c’è stata una lunga telefonata tra il Garante M5S e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Ovviamente non è vero, non ho mai ricevuto né tue telefonate né tue pressioni su Draghi al Colle. Le notizie che hanno riportato sono false”, così Beppe Grillo a Di Maio durante la telefonata di stamane. Lo conferma alle agenzie sia lo staff di Grillo che quello di Di Maio.

In stallo i nomi di Mattarella e Draghi

La Conferenza Episcopale Italiana ribadisce il suo punto di vista sul Quirinale, invitando a riflettere su “una figura che così come è stato Sergio Mattarella possa essere di unità”, ha spiegato il segretario della Cei, mons. Stefano Russo.

Resta comunque in pista l’opzione di una elezione di Mario Draghi, sebbene Salvini parli di un premier “prezioso là dov’è”. Per il Financial Times, il futuro del presidente del Consiglio resta in bilico. “Con la sua lunga carriera nel servizio pubblico Draghi è stato a lungo considerato un naturale capo di Stato”, ma le forze politiche che fanno parte del “fragile governo di unità nazionale” temono che il suo trasferimento al Quirinale “possa spingere l’Italia alle elezioni anticipate”.

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