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Il leader di Iv: “Tre o quattro ipotesi”

Quirinale, oggi l' incontro
tra Letta e Renzi
Si tratta su Mario Draghi

Un terzo degli eletti M5S contrario

Lunedì FI riunisce i grandi elettori

di Andrea Persili21 Gennaio 2022
21 Gennaio 2022

Il segretario del Pd Matteo Renzi con il premier Enrico Letta il 15 dicembre 2013, in occasione dell'assemblea nazionale del Pd a Milano. ANSA / MATTEO BAZZI

A pochissimi giorni dall’elezione del Presidente della Repubblica manca ancora un accordo sul nome. Dopo l’incontro di ieri tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte, oggi il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha incontrato il leader di Italia Viva Matteo Renzi a Palazzo Giustiniani. Dopo il no al bis dell’attuale inquilino del Quirinale Sergio Mattarella, la trattativa è tutta incentrata sul presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma non sarà facile. Per Renzi sono in gioco “3 o 4 ipotesi ma per giovedì o venerdì ci sarà un presidente”.

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa Renzi apre all’ipotesi di un trasloco del premier al Quirinale ma con una precisazione: “Se si porta Mario Draghi in aula va eletto”. Ed è qui che per gli osservatori si annidano molti rischi. Un terzo dei grandi elettori del M5S rimane contrario a questa soluzione malgrado le aperture di Conte. Anche il leader della Lega Matteo Salvini concorda con il capo politico dei Cinque Stelle sulla necessità di subordinare l’operazione Draghi a un accordo complessivo su Palazzo Chigi.

Poi c’è il nodo Berlusconi. Soltanto lunedì mattina si riuniranno i grandi elettori di Forza Italia per decidere il da farsi e secondo indiscrezioni fino a quel momento il Cavaliere non è intenzionato a sciogliere la riserva.

Per questo sono in ballo altri nomi. Letizia Moratti, Maria Elisabetta Casellati e Marcello Pera piacciono al centrodestra. Il Cinque stelle carezza l’idea dell’ex sottosegretario Patroni Griffi, mentre la sinistra può ancora giocare la carta di Giuliano Amato. All’incontro di ieri tra Salvini e Conte si è fatto anche il nome di Pierferdinando Casini considerato “un candidato super partes” in grado di dare stabilità al sistema.

A complicare ulteriormente il quadro c’è però anche la questione del voto dei positivi al Covid. Dopo i capigruppo parlamentari anche i ministri della maggioranza sono in pressing per consentire ai grandi elettori positivi di votare e il presidente della Camera Roberto Fico ha aperto all’ipotesi di “un seggio drive in” per farli partecipare alle votazioni in sicurezza.

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