Nessuno sembra volerlo ammettere, ma l’unico vero candidato a sostituire Sergio Mattarella al Quirinale pare avere un nome e un cognome: Mario Draghi, la figura attorno alla quale far convergere le anime della politica italiana.
La prima a sostenerlo è stata Giorgia Meloni che già un mese fa aveva detto che “il centrodestra è d’accordo sul fatto che Mario Draghi potrebbe essere un buon presidente della Repubblica”. Ma l’ex presidente della Bce sembra aver messo tutti d’accordo: “Draghi lo voterei anche domani mattina”, ha dichiarato ieri il leader della Lega Matteo Salvini. Proprio lui che da sempre è a favore di Silvio Berlusconi come nuovo presidente della Repubblica. Forse perché l’ex ministro dell’Interno sa bene che l’attuale premier è l’unico che può ambire a un’elezione al primo turno.
Anche Giuseppe Conte sembra aver cambiato la propria opinione su Draghi. Intervistato da Lucia Annunziata su RaiTre, l’ex premier, non ha escluso la possibilità di votarlo. Una situazione in cui la poca coerenza la fa da padrona: “Giochi di Palazzo” come li ha descritti il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio in un’intervista alla Stampa in cui ha definito quella del centrodestra “una strategia per arrivare alle elezioni anticipate” e in cui ha incalzato definendo il ritorno al voto come “un modo per bloccare la ripresa del Paese”.
Sì, quindi, a Draghi per il Colle ma a patto che sappia garantire il prosieguo della legislatura.
Sulla corsa al Quirinale oggi sono espressi anche il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, che in un’intervista al Messaggero ha dichiarato che “Draghi sarebbe un ottimo capo dello Stato”. Sulla stessa linea di Tajani, anche il vicepresidente del M5s Riccardo Ricciardi che su Repubblica descrive Draghi come “un profilo di altissimo valore”, al contrario di Berlusconi che “non corrisponde ad un profilo istituzionale”.
Di tutt’altro avviso è invece il leader di Azione, Carlo Calenda che, intervenuto ad Agorà su RaiTre, ha definito Draghi “sprecato per il Quirinale”, auspicando che resti alla guida del Consiglio dei ministri perché “abbiamo bisogno di una guida autorevole sia in Europa che in Italia”.