Il Partito democratico non sosterrà la candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. A stretto giro lo ribadiscono sia il segretario Enrico Letta che il ministro del Lavoro Andrea Orlando. “Non mi sembra ci siano dubbi. La candidatura di Berlusconi non è in grado di essere votata dal Pd e nemmeno da una larga maggioranza”, ha commentato il leader democratico ospite di Cartabianca su Rai 3. Secondo Letta è necessaria “una maggioranza larga o cade il governo”. A fargli eco il ministro Orlando: “Penso che il Pd non voterà Berlusconi”. Sulla corsa al Quirinale si è espresso anche il leader di Azione, Carlo Calenda, ospite a Forrest su Raiol: “Concordo con Letta, ma lui sostiene che non si debba parlare di Presidente della Repubblica a due mesi dalle elezioni. Tuttavia – prosegue Calenda – in questo caso se ne deve parlare, perché uno dei candidati è il presidente del Consiglio”. Riguardo l’iniziativa del Fatto Quotidiano che invita a firmare contro la candidatura di Berlusconi al Colle, Calenda spiega che “gli unici che potrebbero convincermi a sostenere Berlusconi al Colle sono quelli del Fatto Quotidiano”.
In un momento così delicato dove sull’agenda del governo, oltre alla pandemia, c’è anche la presentazione dei primi piani di spesa del Pnrr, Mario Draghi alla guida del Consiglio dei ministri è una necessità. Un cambio in corsa non sembra essere un’ipotesi papabile al momento, come confermato, in un’intervista al Corriere della Sera, dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Draghi resti a Palazzo Chigi, non deve essere distolto da quello che sta facendo”. Per il governatore già il solo evocare elezioni anticipate “è pericolosissimo”. Se davvero si vuole vedere Draghi al Quirinale, secondo Zaia, “va eletto al primo scrutinio da una maggioranza molto ampia. Altrimenti – conclude – meglio lasciar perdere perché con il voto segreto è possibile ogni cosa”.