ROMA – Il 17 ottobre 1973, il rubinetto del petrolio si chiude con l’embargo e le luci dell’Occidente si spengono. Mentre tra Egitto e Israele infuria la guerra dello Yom Kippur e l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) mette sotto torchio gli alleati del governo israeliano con l’embargo degli idrocarburi, l’Italia entrava nella sua prima austerity, un brusco risveglio dal miracolo economico degli anni Sessanta.
Esattamente 50 anni fa il mercato italiano si riprendeva dal sogno del progresso tecnologico ed economico con l’impennata del prezzo del carburante e una conseguente e massiccia crisi energetica. La crescita frena, l’inflazione galoppa, le luci si spengono. In televisione, il presidente del Consiglio Mariano Rumor annuncia ai telespettatori che l’Italia stava per entrare “in un inverno difficile”.
Una crisi che durò poco più di un anno, ma che tra stagflazione, riscaldamenti spenti e brusco calo dei consumi fece riscoprire agli italiani la bellezza di un centro città liberato dalle automobili. Nacquero le “domeniche in bicicletta”, fine settimana dedicati interamente alle due ruote, libere di circolare nel cuore urbano dell’Italia.