Un filo sottile fatto di storie che hanno per protagonisti “disabili eroi” e “padri coraggio”, corre attraverso il sistema dell’informazione che, dalla carta stampata al web, offre racconti di ordinaria e straordinaria disabilità. Si tratta di episodi che vengono assorbiti dalla stampa molto spesso attraverso la voce dei genitori della persona disabile, e diffusi sotto forma di articoli corredati da immagini dalla funzione quasi sempre evocativa, caratterizzati da un lessico che attinge alla sfera delle emozioni e da un linguaggio talvolta enfatico. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto 2012 della Fondazione Giacomo Matteotti, dal titolo “Disabilità e media”, presentato a Roma nella Biblioteca della Camera dei Deputati. Realizzata con il contributo della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, la ricerca ha monitorato alcune delle maggiori testate nazionali (Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Mattino, Avvenire, Il Fatto Quotidiano, L’Unità, Redattore sociale, Superando.it, Quotidianosanità.it) fornendo una rappresentazione delle persone con disabilità nel sistema italiano dell’informazione.
Si tratta del quarto rapporto realizzato dalla Fondazione Matteotti, diverso dai precedenti del 2005, del 2008 e del 2009, per l’utilizzo di un approccio di tipo qualitativo e per un tipo di informazione meno pietistica, sensazionalistica e autoreferenziale rispetto a quella offerta dai media negli anni precedenti.
“È dal 2005 che indaghiamo sul tema della disabilità raccontata dalla stampa per denunciare carenze, esclusioni, omissioni – ha dichiarato Angelo Sabatini, presidente della Fondazione Matteotti -. Con questo Rapporto cerchiamo di intercettare e interpretare i segnali di novità registrati sulla stampa nazioanale nel lungo e talvolta difficile cammino verso una rappresentazione della disabilità normale, senza stereotipi, che sappia riconoscere alle persone disabili piena dignità e cittadinanza”.
Quando i quotidiani si occupano di queste storie, nel 65% dei casi posizionano l’aticolo come taglio alto nella sezione di cronaca. Tra i temi più affrontati, il più frequente è quello relativo all’autonomia, seguito dall’argomento famiglia e risorse economiche.
Dal flusso di notizie esaminate dalla Fondazione sono emerse diverse storie: dall’odissea di Esharef, alle prese con un trasporto pubblico inadeguato, resa nota dal Messaggero, al coraggio di Manuel, ragazzo down diventato atleta di successo, la cui storia è riportata da Avvenire.
“Non si tratta solo di storie di persone – ha spiegato Simona Galasso nel presentare il Rapporto – ma anche di luoghi, dalla piazza che ha assistito alle proteste dei disabili contro il taglio dei fondi, al carcere, dove la condizione di disabile diventa ancora più drammatica. Ma esistono anche storie relative ai tempi, dal presente, ritratto dalla fotografia del Censis sulla disabilità in Italia, al futuro della ricerca che inaugura orizzonti di cambiamento”.
Eppure il ritratto delle persone con disabilità nel sistema dell’informazione resta ancora una fotografia mossa, i cui protagonisti oscillano tra una condizione di “eroi” ed “infelici”, come ha spiegato Stefano Trasatti, direttore del “Redattore sociale” e di “Superabile”. Trasatti ha anche ribadito la necessità da parte del giornalista di utilizzare una maggiore freddezza nell’approccio ai racconti dei disabili, per non cadere in stereotipi o pietismi diffusi.
Samantha De Martin