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Quando Don Jorge diceva messa a Roma. I ricordi del Parroco di San Roberto Bellarmino.

di Alessandra Pepe14 Marzo 2013
14 Marzo 2013

«È un ricordo lontano, perché risale a undici anni fa, ma nitido. Un ricordo di uomo semplice e modesto, nonostante il suo ruolo all’interno di San Bellarmino». A parlare è padre Stefano Salviucci, gesuita che adesso si trova alla Chiesa Cristo Re di Pescara, ma che allora era parroco della chiesa nel cuore dei Parioli a Roma. Il cardinale Bergoglio è stato, infatti, presbitero undici anni fa di San Roberto Bellarmino, dove, a quanto sembra ha lasciato un segno, perché anche Gabriele Arca,  parrocchiano di San Roberto ha ancora “l’immagine dell’allora cardinale Bergoglio mentre amministrava le cresime quando era presbitero – ricorda – della nostra parrocchia».
La reazione del viceparroco di San Bellarmino. «Sono molto emozionato perché l’elezione di un Papa in questo momento storico particolare, in cui siamo di fronte a grandi cambiamenti, è causa di gioia perché è stato lo Spirito Santo a suggerire tutto ciò. È un segno per continuare a sperare e ad avere fiducia». A parlare è don Renzo Del Vecchio, il giovane viceparroco a San Bellarmino. E spiega: «Non ho mai conosciuto Bergoglio direttamente perché sono diventato sacerdote nel 2010, ma sapere che il nuovo Papa è stato con noi,  lo rende ancora più vicino. È un’emozione veramente incredibile. Spero che, come ha fatto Ratzinger dopo essere stato eletto Papa, per la prima visita pastorale il Papa scelga di venire nella parrocchia di cui tempo fa era stato presbitero».
Don Renzo dà una chiara spiegazione sulla scelta del nome di Papa Bergoglio « “è tutto un programma” in quanto riporta al centro Dio, e dimostra un modo di stare nella Chiesa. Il  nome Francesco, infatti, si collega ad una scelta di povertà e di rimettersi al rapporto col Padre. Anche la sua richiesta, -sottolinea don Del Vecchio-  appena è stato eletto Papa di pregare con i fedeli presenti in piazza san Pietro, dimostra la semplicità del gesto».
Un Papa gesuita visto da dentro l’ordine. Per il responsabile dell’ufficio stampa e informazione della Curia Generalizia dei Gesuiti, Padre Giuseppe Bellucci, che parla a nome della Compagnia di Gesù: «La nostra, in qualità di gesuiti, è stata una reazione di grande sorpresa, non ce lo aspettavamo perché normalmente i gesuiti non accettano incarichi di dignità ecclesiastica, come episcopati e cardinalati, ma Jorge Mario Bergoglio è stato ordinato cardinale da Giovanni Paolo II nel2001, in quel caso non poteva rinunciare». E padre Bellucci spiega le qualità e le abitudini del primo Papa gesuita: «Francesco I è un uomo di profondità spiritualità, molto legato alla preghiera, ogni mattina si sveglia molto presto per pregare prima di dedicarsi alle altre attività. Segue uno stile di vita semplice, e prova un grande amore per i poveri, la scelta del suo nome indica, infatti, principalmente un programma di vita».
I ricordi argentini. Il parroco di una Chiesa a Val Melaina alcuni fa si trovava in Argentina quando Francesco era arcivescovo di Buenos Aires. «Ero là in missione, e mi trovavo davanti alla diocesi. Arrivò un uomo in bicicletta e non avevo idea di chi fosse. Scese, appoggiò la bici e, avendo compreso che aspettavo qualcuno, mi venne incontro come uno qualunque. “Sono io il vescovo”. Rimasi a bocca aperta».

di Alessandra Pepe

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