Milano si conferma la città italiana con la miglior qualità della vita per il secondo anno consecutivo. Sul podio Bolzano (che bissa il secondo posto del 2018) e Trento, che prende il terzo posto ad Aosta, scesa di una posizione. Nella top ten la città più a Sud è Parma, che sale di 19 posizioni rispetto allo scorso anno. La prima isolana è Cagliari, 20esima (+24 posizioni), mentre la “regina” dell’Italia meridionale è Bari, 67esima (+10). Fanalino di coda Caltanissetta, 107esima, che sottrae la poco edificante ultima posizione a Crotone.
È un’Italia spaccata quella fotografata dalla classifica sulla qualità della vita nelle province italiane, realizzata dal Sole 24 Ore. Il Centro-Nord la fa da padrone, monopolizzando la prima metà della classifica: soltanto una provincia settentrionale (Alessandria, 83esima) è nella seconda parte della graduatoria.
Prima è Milano, “complice lo stile di vita tra i migliori d’Italia”, scrive il quotidiano. Tutti i dati sono migliorati in un anno, anche quello demografico: è l’unico grande centro la cui popolazione non è calata negli ultimi dodici mesi. Ma la riconferma del capoluogo lombardo è dovuta anche a un trend complessivo delle grandi città, che migliorano le posizioni del 2018: Firenze 15° (+7), Roma 18° (+3), Cagliari 20° (+24), Torino 33° (+5), Genova 45° (+11), Bari 67° (+10), Napoli 81° (+13). Tra i grandi centri peggiorano soltanto Bologna (14°, -7) e Palermo (98°, -11).
Questi “sali-scendi” sono dovuti anche all’introduzione di 48 nuovi parametri di analisi della vita nelle province italiane, come l’indice del clima o delle “fughe” di imprenditori e giovani. Un esempio significativo è il crollo di Belluno e Sondrio, che perdono 47 e 32 posizioni rispetto al 4° e 14° posto del 2018. O la crescita di Venezia (9°, +25) e Brescia (12°, + 27).