ROMA – Reduce da una faticosa scalata, Bergamo raggiunge la vetta delle città italiane per qualità della vita secondo l’inchiesta annuale del Sole 24 Ore. Un’ascesa avviata nel 2020, in pieno periodo pandemico, in cui la città lombarda era crollata alla posizione numero 52. E con uno sprint finale, rispetto al 2023 ha scavalcato dieci posizioni, conquistando il primato della classifica. Condivide il podio Trento, che si attesta al secondo posto, raggiungendo un gradino più alto rispetto all’anno scorso. Chiude Bolzano al terzo posto con un balzo di dieci posizioni.
Il Sole 24 Ore già da 35 anni stila una classifica generale in cui viene analizzato come si distribuisce il benessere tra le province italiane. Sotto la lente di ingrandimento vengono 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
Il crollo delle metropoli
Nella top 10 della graduatoria predominano le province del Nordest, con Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia tra le regioni più premiate. Restano escluse invece le grandi città. Bologna scende di sei posizioni al nono posto. Trionfano invece i centri urbani medi: Monza e Brianza, seguita da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza. Sintomo delle fragilità che intaccano le città metropolitane, è la caduta simultanea di Bologna, Milano, Firenze e Roma. Crolla Torino che cala di 22 posizioni, scendendo al 56esimo posto.
Reggio Calabria chiude la classifica
Ma il vero sconfitto continua ad essere il Sud, che sprofonda nella parte bassa della classifica. Precipita all’ultimo posto Reggio Calabria, preceduta da una serie di grandi città meridionali come Catania, Messina, Palermo e Napoli. Tuttavia, nonostante la recidiva del Mezzogiorno, alcuni fattori dimostrano un’inversione di tendenza: la crescita del Pil pro capite di Palermo, Caltanissetta e Nuoro, insieme allo sviluppo del turismo a Isernia, Frosinone ed Enna.