ROMA – La fotografia scattata dalla 34esima edizione della ricerca “Qualità della vita” del Sole 24 Ore inquadra un’Italia sempre più divisa, dal Pil pro capite ai livelli di istruzione. La situazione internazionale, la pandemia e le emergenze climatiche hanno creato una frattura tra le zone dinamiche del Paese e quelle che risultano meno vivibili. Prima vittoria per Udine, la provincia in cui si vive meglio in Italia. Bologna – vincitrice dell’edizione 2022 – e Trento si confermano sul podio. Foggia ultima in classifica.
Il trend sul territorio
Il gap tra la prima e l’ultima provincia classificata è progressivamente aumentato negli ultimi cinque anni: la forbice è passata dal 30% al 34% del punteggio conseguito, come media dei 90 indicatori presi in esame. Milano trionfa nella categoria affari e lavoro. Nel dettaglio, la differenza tra il dato di Milano e Agrigento si attesta intorno a 42mila euro pro capite, con un aumento del gap dello 0,66% tra prima e ultima provincia. Più marcata la crescita del divario tra i territori più istruiti e meno. Bologna, che vanta il record di laureati – 42,3% – sulla popolazione residente tra i 25 e i 39 anni, è sempre più distante dall’indicatore di Taranto che presenta il 13,2%. Udine vince la classifica dei territori più vivibili, trainata dall’indice che misura il benessere delle donne e dal quarto posto in giustizia e sicurezza.
L’indice sul benessere femminile
I trend su base nazionale registrano un miglioramento nel tasso di occupazione femminile al 55,2% rispetto al 52,9% del 2021 e un aumento della percentuale di giovani donne occupate dal 25,2 al 29,4% in un triennio. In aumento, invece, le violenze sessuali: nel 2022 si sono registrate 10,1 denunce ogni 100mila abitanti, contro le 8,8 del 2021. Numeri che evidenziano una spaccatura tra i territori del Nord e quelli del Centro e del Sud, posizionato più in basso nella classifica ma con un potenziale inespresso sia sul fronte degli studi sia delle competenze e dell’imprenditorialità femminile.