Serviva la vittoria. E in fondo i tre punti sono arrivati. Ma il day-after di Italia-Israele lascia in bocca agli italiani l’amaro di una partita che doveva far dimenticare la disfatta di sabato scorso in casa della Spagna. Ma di certo un risicato 1-0 contro una squadra tutto sommato modesta non può riuscire nell’intento. Il gol di Ciro Immobile al 52’ è servito più che altro a scacciare lo spauracchio di una mancata qualificazione ai Mondiali 2018, che passerà ora per gli spareggi tra le migliori seconde dei gironi. Manca la matematica, ma a questo punto salvo incredibili colpi di scena, l’Apocalisse paventata dal presidente FIGC Carlo Tavecchio è perlomeno rimandata. Complice anche il pareggio in Macedonia dell’Albania, terza nel girone e adesso scivolata a -6 punti e con una peggiore differenza reti.
A Reggio Emilia, l’Italia messa in campo da Giampiero Ventura ha ricalcato per modulo e uomini quella di sabato a Madrid. Due soli i cambi obbligati: Astori e Conti al posto di Bonucci (squalificato) e Spinazzola (infortunato). Doveva essere un’occasione per risolvere tutti i dubbi sul 4-2-4 super offensivo, ma anche contro Israele la Nazionale ha sofferto, complice una scarsa densità a centrocampo e la singhiozzante intesa tra i due bomber Immobile e Belotti. La manovra azzurra ha stentato a decollare, soprattutto nel primo tempo, durante il quale Buffon è stato chiamato in causa un paio di volte dagli attaccanti israeliani. Diversa la musica nella ripresa, quando l’Italia ha guadagnato campo, riuscendo a rendersi pericolosa in più occasioni. “Stasera sono felice – ha dichiarato a fine gara Ventura – contava il risultato e se avessimo messo anche nel primo tempo più palloni in mezzo avremmo creato tante occasioni”.
Tuttavia il modulo usato da questa Nazionale continua a essere sotto accusa. Il ct avrà un mese esatto per riflettere e decidere se riproporlo o meno: appuntamento a venerdì 6 ottobre a Torino contro la Macedonia. Basterà un punto per archiviare la pratica e scongiurare, almeno per ora, l’Apocalisse.