ROMA – Non si fermano le dichiarazioni dell’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili che, ascoltata dalle forze dell’ordine, avrebbe dichiarato di essere a conoscenza sia della presenza delle valige di contanti trovate nella sua abitazione sia delle attività di Antonio Panzeri.
Immediata la risposta dell’ex europarlamentare che, dopo essersi dichiarato “pronto a collaborare” punta il dito sul collega del Pd Andrea Cozzolino. L’obiettivo di Panzeri sembra quello di circoscrivere la propria attività a una forma estrema di lobbismo verso il Qatar e il Marocco, paesi bisognosi di ripulire la loro immagine davanti al Parlamento Europeo, per il mancato rispetto dei diritti umani.
E, mentre le intercettazioni portano alla luce le conversazioni tra l’ex parlamentare europeo e la moglie Maria Dolores Colleoni, il primo nome fatto da Panzeri e tra tutti quello di Francesco Cozzolino, che avrebbe gestito gli interessi di Qatar e Marocco in Europarlamento. Ma la lista dei sospetti si allunga grazie ai nomi dell’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella e Maria Arena, socialdemocratica, molto vicina a Panzeri: confermato anche il ruolo centrale di Abderrahim Atmun, ambasciatore marocchino a Varsavia, tramite tra i servizi marocchini e i parlamentari italiani coinvolti.
Dichiarazioni a cui si aggiungono ora anche le parole (ripotate dal Fatto Quotidiano) rilasciate ai giudici da Francesco Giorgi. “L’algerino” sarebbe stato il contatto per far arrivare le mazzette dal Qatar. Giorgi avrebbe anche descritto i meccanismi della corruzione del Marocco, di un incontro con i sauditi e, fatto non di poco conto ai fini delle indagini, di un’altra Ong coinvolta per finanziare Fight Impunity, la Human Rights Foundation. Aggiungendo inoltre che la compagna, sebbene informata, non sarebbe coinvolta nelle attività illegali.
Una rete di coinvolgimenti e scandali che non fa bene al Pd che in questo momento di crisi cala sotto il 15% .
In alto in foto: Antonio Panzeri e Eva Kaili, (Ansa)